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Da: Informazioni Alberto Bova
All’indomani delle amministrative di domenica 26 maggio il voto dei nostri concittadini ci chiama ad una importante e urgente riflessione. Ad inizio anno la nostra lista Ferrara Concreta ha aderito convintamente al partito Italia in Comune e si è presentata alle elezioni amministrative di Ferrara del 26 maggio candidando un proprio sindaco, Alberto Bova. Abbiamo messo a disposizione il nostro impegno e le nostre professionalità lavorando per una Ferrara migliore, proponendo un programma elettorale fatto di proposte concrete per un cambiamento socio-economico della città che crediamo indispensabile e non più rimandabile. Ci siamo presentati, come abbiamo sempre chiaramente espresso, come alternativa alla politica urlata del centrodestra e a quella immobile del centrosinistra. Siamo grati ai 1759 nostri concittadini che hanno creduto nel nostro progetto. Il risultato ci dice in modo chiaro che non abbiamo saputo parlare alla città, ma non è questa la sede di una seppur doverosa valutazione. Il 26 maggio infatti le urne non hanno restituito a Ferrara un nuovo Sindaco e torneremo a votare per il ballottaggio il 9 giugno. Ci siamo riuniti in assemblea, come sezione ferrarese di Italia in Comune, perché riteniamo che anche la nostra squadra debba ora rispondere alla città. Abbiamo sempre detto e ribadiamo ora ancora una volta che la politica dei territori non è fatta dalle ideologie ma dalle persone, da chi avanza progetti concreti e fattibili, lontano da motti e parole vuote. Per questo abbiamo individuato quattro punti del nostro programma che stimiamo non negoziabili per chi si dica pronto a governare la città: esenzione dalle imposte comunali per le nuove attività produttive che si insedino nel territorio; rimborso a bando della TARI per gli esercenti di frazioni e periferie con un fatturato fino a 100.000 e di TARI e IMU per quelli fino a 50.000; eliminazione delle liste di attesa degli asili comunali attraverso convenzioni con strutture private; aiuti economici per permettere alle famiglie a bassa ISEE per accedere alle attività sportive. Abbiamo creduto fortemente che il miglior candidato per portare a compimento questi progetti per migliorare davvero la nostra città fosse Alberto Bova ma Ferrara ha deciso diversamente. Il nostro progetto è però più importante della persona a cui lo si affida, perché crediamo che la politica sia anzitutto il mestiere del fare. I nostri quattro punti inderogabili sono stati accolti dal candidato sindaco Aldo Modonesi, che si è impegnato a portarli a compimento nei primi 100 giorni dal suo insediamento. Italia in Comune formalizza dunque oggi 30 maggio il suo apparentamento con il candidato Aldo Modonesi, un apparentamento che è figlio di una condivisione programmatica.

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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