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da: Altroconsumo

In Università Bocconi il 15 marzo, giornata mondiale del consumatore, presentazione risultati dello studio internazionale Collaborative consumption: unlocking its real value for the users.

Su oltre 2300 intervistati in Italia il 62% ha partecipato almeno una volta a esperienze di condivisione, diventando soggetto della sharing economy. Chi non lo ha fatto ha citato come barriera d’ingresso aspetti informativi. Tra chi ha dichiarato un’esperienza recente, il 70% si dice molto soddisfatto; percentuale che sale al 77% quando l’interazione è online.
La nuova catena digitale del valore si compone di ruoli interscambiabili. È l’esigenza del servizio al centro del mercato. Chi eroga diventa chi fruisce, con una costante ricollocazione in uno spazio liquido; l’àncora è la piattaforma tecnologica, capace di offrire soluzioni che consentono la negoziabilità di un bene non utilizzato, ciò che da una parte genera un’entrata dall’altra un risparmio.

Il quadro esperienziale cambia trascinandosi scommesse di protezione dei diritti a volte perse – dalle pratiche commerciali scorrette alle clausole vessatorie, alla mancanza di meccanismi stabili di risoluzione delle controversie.

Sharing Economy & Social Business 15 marzo presso l’aula X-Perience lab dell’Università Bocconi dalle ore 14 alle ore 17.

A confronto diversi nuovi modelli di business che aggiungano valore sociale e profittabilità, oltre a benefici per i consumatori e alle sfide normative, con il Disegno di legge sulla sharing economy in via di definizione.

Insieme DeRev, Gnammo, Airbnb, Uber, Collaboriamo.org, Netcomm con Altroconsumo, con la ricerca e sperimentazione accademica di Università Bocconi e Università Cattolica, con gli esponenti dell’Intergruppo parlamentare per l’Innovazione tecnologica che lavorano sulla proposta di legge alla Camera dei deputati.

Luisa Crisigiovanni, segretario generale Altroconsumo: “La scommessa della sharing economy è la promozione di una diversa ridistribuzione della ricchezza, un’innovazione sociale ed economica ancor prima che tecnologica. In questo contesto la tutela dei consumatori deve essere evolutiva ed aperta al cambiamento. Significa soprattutto trasparenza delle piattaforme e definizione delle responsabilità nelle relazioni tra consumatori ed imprese e tra consumatori e consumatori”.

L’incontro in Università Bocconi è una delle tappe del percorso congiunto verso la costruzione concreta di una sharing economy sostenibile e rispettosa dei diritti dei consumatori, con un’apertura a tutte le piattaforme e ai player del mercato. Iniziato col Manifesto del luglio scorso, il percorso a settembre 2016 culminerà nel Festival Altroconsumo al Castello Sforzesco a Milano.

#IOCONDIVIDO

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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