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Da: Gruppo Partito Democratico, Comune di Ferrara

Premesso
Che il quartiere Arginone, nella parte a ridosso del complesso parrocchiale di San
Giacomo, negli anni è stato oggetto di varie approfondimenti circa l’eventuale
sviluppo urbanistico dell’area;
Che in occasione della progettazione del nuovo assetto viario con la rotonda e il
ponte sul Volano, iniziarono le interlocuzioni tra l’Amministrazione Comunale e la
Curia, con il primo accordo che portò alla permuta di un pezzo di Sacrato dell’attuale
Chiesa con un’area di proprietà comunale;
Che successivamente, la progettazione della nuova Chiesa di San Giacomo è stata
valutata come una riqualificazione urbanistica del quartiere, in cui il luogo di culto
con tutte le opere parrocchiali annesse e l’ampio Sacrato acquisivano una nuova
centralità nel quartiere;

Considerato
Che l’Amministrazione comunale, alla luce delle opere di urbanizzazione che la
Curia avrebbe dovuto realizzare, aveva opportunamente assunto l’impegno di
realizzare le opere di propria competenza, per dare il decoro e la giusta
valorizzazione alla nuova Chiesa di San Giacomo,realizzata con un’architettura
innovativa, frutto di una progettazione vincitrice di un bando internazionale a firma di
architetti di caratura mondiale;
Che allo stato attuale, la strada di proprietà comunale che da via Arginone consente
l’accesso al Sacrato e alle opere parrocchiali, pur essendo stata regolarmente
urbanizzata con i lavori della Chiesa ( marciapiede, ciclabile, parcheggio,
illuminazione), è ancora sterrata con buche e avvallamenti;
Che nell’area di proprietà comunale adiacente l’abside della nuova Chiesa, sono
presenti dei fabbricati in disuso e fatiscenti in completo stato di abbandono che
deturpano il decoro e la bellezza architettonica del luogo di culto appena realizzato.

Interpella il Sindaco e la Giunta per sapere
Se è loro intenzione pavimentare la strada che da accesso al Sacrato della nuova
Chiesa di San Giacomo, oltre che abbattere gli edifici fatiscenti adiacenti l’abside
della Chiesa e ripulire completamente l’area;
Se esiste un progetto per riqualificare l’area adiacente la nuova Chiesa, in modo da
valorizzare urbanisticamente la parte del quartiere Arginone in cui insiste il nuovo
complesso parrocchiale di San Giacomo.

Il Presidente
Gruppo Consiliare PD
Franceasco Colaiacovo

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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