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Da: Movimento 5 stelle Ferrara

Chiediamoci cosa può spingere uno dei più noti gestori di ristorazione del centro storico di Ferrara, in pieno periodo di affluenza turistica, ad affiggere un cartello che recita:

“Questi bagni sopperiscono alla storica mancanza in centro storico di servizi igienici pubblici. Ci scusiamo con i nostri clienti se, nonostante il nostro impegno, a volte non riusciamo a mantenerli adeguati alle aspettative”.

Ciò che ha spinto i gestori ad apporre questo messaggio non è altri realtà dei fatti. E’ la pura e semplice constatazione che nel punto più nevralgico e turistico del centro storico (Corso Martiri della Libertà, sagrato della cattedrale, Piazza Trento Trieste, Piazza Savonarola) non esistono bagni pubblici. La conferma di una criticità nota da tempo e più volte denunciata da cittadini e forze di opposizione, senza mai trovare risposta. Vero è che nel cortile del Castello Estense vi sono bagni pubblici a pagamento, ben organizzati ma che seguono gli orari di chiusura dei cancelli della struttura museale (18 circa)circa e che vi sono toilette pubbliche anche in Piazzale Kennedy e Parco Massari (soggetti ad orari). Magari questa “facility”sono anche puntualmente segnalate sulle mappe turistiche della città. Rimane però il fatto che moltissimi turisti, fruitori della piazza, passanti, cittadini di passaggio nelle piazze principali della città apprezzerebbero la presenza di un bagno pubblico là dove la gente lo chiede, dove ce n’è bisogno, poiché il cartello menzionato non sottolinea un capriccio,ma un’esigenza reale. Purtroppo continua a perdurare nel nostro paese (e anche nella nostra città sito censito Unesco) la ferma convinzione che i bagni pubblici siano un optional dell’accoglienza turistica e non una necessità imprescindibile per una accoglienza turistica di qualità. E quando i bagni pubblici sono chiusi (fuori orario di ufficio) nei tardi pomeriggi e nelle sere e notti estive, si entra nei bar e si consuma qualcosa di cui non si ha bisogno. Visto che il problema è annoso (il cartello dell’esercente usa l’aggettivo “storico”), riteniamo non ci voglia tanto a risolvere il problema di cui da anni tutti si lamentano posizionando un bagno pubblico (magari anche automatico) nel centro storico nevralgico della città!Galleria Matteotti ,Giardino delle Duchesse o Piazza Municipale, in un angolino? Slargo di San Romano? I luoghi non mancherebbero di certo.E sicuramente, in un periodo in cui impera l’utilizzo di prestatori di servizi mascherati da volontariato, in cui sale la disoccupazione (siamo al primo posto in Emilia Romagna per ricorso alla Cassa Integrazione) e in cui abbiamo sempre più ospiti stranieri che potrebbero iniziare ad integrarsi anche fornendo una prestazione di lavoro, non mancherebbe certo il personale da destinare al servizio dei bagni pubblici se si scegliesse una soluzione che richiede la necessaria manutenzione.
Insomma, volere è potere, e a noi sembra proprio che alla Giunta Comunale estense manchi la volontà politica di risolvere questo problema.

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Riceviamo e pubblichiamo

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Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

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Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

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