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da: Consulta Popolare San Camillo

Al Sig. Prefetto, rappresentante del governo.

Il sottoscritto Mezzogori Manrico in qualità di rappresentante legale della denominata Associazione
di volontariato Consulta Popolare S.Camillo,legalmente costituita il 7 marzo 2001 avanti il Notaio
Dott. Carlo Alberto Alberti (Repertorio n.95676 – Raccolta n.17641),
e iscritta all’Albo comunale delle Associazioni di volontariato di promozione sociale espone al
Prefetto di Ferrara in qualità di rappresentante dello Stato,quanto segue:
– è noto che in data 8 gennaio 2014 la Dirigenza ASL ha disattivato l’operatività del Punto
di Primo intervento presso l’ospedale di Comacchio con le discutibili modalità che l’opi-
nione pubblica di questo territorio è a conoscenza;
– è altrettanto noto che dal 1° di giugno è attivato il Punto di Primo intervento estivo H24
così come stabilito,per quanto illegittimamente,dal cosiddetto “Piano strategico”,approva-
to nel marzo 1990 dai vecchi Comitati di gestione,organismi previgenti alla trasformazio-
ne delle USL locali in Aziende sanitarie,e riapprovato dalla Conferenza territoriale socio-
sanitaria nel febbraio 2012 e non come si vuole mistificare il 26 giugno 2013! Nel febbraio
2012 il Comune di Comacchio era retto da un Commissario Prefettizio e a nulla è valsa la
legittima richiesta,depositata agli Atti della CTSS,sottoscritta da tutte le forze politiche e
organismi sociali e del volontariato comunale di posticipare tale approvazione dopo il le-
gittimo insediamento degli Organismi elettivi locali,ancorché in presenza di due Accordi
Regionali sottoscritti dalle più alte sfere di questa Regione! Un “Piano strategico” appro-
vato in forma anonima ed in palese violazione delle leggi dello Stato e dello stesso Rego-
mento di funzionamento della CTSS!
– Dall’8 gennaio 2014 al 1° di giugno ne consegue quindi una scansione temporale più che sufficiente a prevedere le modalità pratiche attuative per l’attivazione del Punto di Primo
intervento presso l’ospedale di Comacchio.
– che dalla disattivazione del PPI avvenuta a gennaio si sono intervallate più volte folte de-
legazioni di tecnici privati e funzionari ASL,soprattutto all’ora di pranzo,per i rilievi atti alla
realizzazione delle nuove insegne necessarie per l’attivazione di un servizio sanitario
H24;
– che in data 28 maggio alle ore 14.30 personale ASL e personale privato installavano n.2
insegne,mentre la terza,la più grande,circa 8 mt veniva depositata nei magazzini dello
ospedale in quanto mancante delle “necessarie autorizzazioni”!
– Che l’unica insegna definibile luminosa è una striscia di plexiglass che sostituisce la pre-
cedente all’ingresso del PPI non visibile dal fronte strada. (136 mt)
– La seconda insegna installata del tipo “totem” (così definita dagli esperti) alla base della
rampa semi-circolare di accesso al PPI,in alluminio anodizzato,non è luminosa. Distante
dal fronte strada 70 metri. Non visibile di giorno difficilmente visibile di notte! La terza
insegna,la più grande,da installare sul fronte strada,per il momento non c’è perché non ci
sono le autorizzazioni! Non è dato di sapere quali autorizzazioni! Quello che è certo che
nessuna richiesta in tal senso è mai pervenuta al Comune di Comacchio per quanto
di sua competenza.
– E’ plausibile al Prefetto di Ferrara che le insegne indicanti l’apertura di un servizio sanita-
rio H24,rientrante nel Dipartimento di Emergenza-Urgenza a norma di legge,non siano lu-
minose? E’ plausibile al Prefetto di Ferrara che dopo cinque mesi l’insegna sul fronte
strada non si possa installare per assenza di autorizzazioni? Se così è il Prefetto di Fer-
rara ha l’obbligo di legge in quanto Pubblico Ufficiale di indagare per accertare la verità
dei fatti,giacchè se si attiva un servizio sanitario,con i soldi dei contribuenti e non con gli
incentivi economici dei Direttori Generali della sanità,tali servizi devono essere visibili e il-
luminati di notte come del resto viene confermato dalla vecchia segnaletica ricoperta.

Il Sig: Prefetto di Ferrara,in quanto Pubblico Ufficiale,ha l’obbligo in presenza di accuse dettagliate
di accertare se il comportamento della Dirigenza ASL non sia stigmatizzabile dal punto di vista
istituzionale.

IN FEDE
Mezzogori Manrico
Presidente Consulta Popolare S.Camillo

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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