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Da Regione Emilia Romagna

Al salone dell’innovazione di Bologna l’Emilia-Romagna si conferma terra di startup: con 796 casi è al secondo posto in Italia per numero assoluto e rappresenta l’11% del totale nazionale. Anche nel 2017 la selezione, col Silicon Valley Mindset Program, di dieci imprenditori da inviare in California

Bologna – C’è la startup che ha realizzato un barman robot, quella che punta solo su prodotti informatici rigenerati ed ecosostenibili e quella che ha creato una piattaforma per trovare lavori ai giovani medici. Sono alcune delle proposte che le 40 migliori startup emiliano-romagnole presentano alla 12a edizione di Research To Business R2B (Bologna Fiere, 8-9 giugno), il salone internazionale dell’innovazione e della ricerca industriale organizzato da Regione Emilia-Romagna, BolognaFiere e Aster, società regionale per l’innovazione e la ricerca industriale, in collaborazione con Smau.
Le migliori esperienze a R2B
Tra le startup presenti a R2B c’è Nextis4us, fondata a Bologna dal 23enne calabrese Leonardo Stamati, ingegnere meccanico e dal 29enne boliviano Dante Cruz Velasquez, ingegnere industriale. I due, che hanno seguito il percorso di accelerazione delle Serre di Aster (incubatore d’impresa realizzato con il contributo regionale) hanno sviluppato Essenza, un barman robot che in modo intelligente è capace di dosare automaticamente i cocktail con più precisione e velocità della mano umana.
Un’altra startup fondata a Bologna da Domingo Noguera con Fabio Leanzi, Maurizio Bellante e Claudio Citzia, Green Idea Technologies, si propone sul mercato come il primo fornitore europeo di prodotti informatici ecosostenibili certificati. I prodotti venduti dalla società sono computer, notebook, tablet, smartphone e periferiche ricondizionati (riparati come nuovi) e toner e cartucce per stampanti rigenerati.
GNext è una startup bolognese che sviluppa prodotti a base di grafene, un materiale che ha la resistenza del diamante e l’elasticità della plastica. La società ha brevettato un metodo di produzione che ne mantiene bassi i costi ottenendo un prodotto di alta qualità, disperso in soluzione acquosa senza utilizzo di agenti tossici.
Per i tanti alla disperata ricerca di un artigiano di fiducia, la startup bolognese Dachivai ha sviluppato una piattaforma su cui gli stessi utenti consigliano e valutano i vari professionisti e artigiani. Ogni membro può sia segnalare alla community i nomi dei professionisti di cui si fida e cercare il professionista di cui ha bisogno andando a curiosare nella rubrica dei suoi amici o delle persone che conosce.
DoctorsWork! è una startup fondata da due medici riminesi,che hanno sviluppato una piattaforma per la gestione del lavoro temporaneo in campo medico. DoctorsWork! intende valorizzare il talento dei medici e contribuire alla loro carriera creando opportunità di lavoro convenienti e qualificate.
Il 27enne riminese Luca Carrai ha fondato Ethicjobs,che certifica, dà visibilità e supporta le aziende che offrono i migliori standard di qualità lavorativa. La valutazione del wellness aziendale è fatta direttamente e in forma anonima dai suoi dipendenti
Verso la Silicon Valley
Per supportare adeguatamente tutti gli aspiranti imprenditori Aster, tramite il portale “EmiliaRomagna startup”, offre percorsi di incubazione e formazione sulle tematiche amministrative, fiscali, sulla tutela della proprietà intellettuale, oltre al supporto per le attività di crowdfunding. Inoltre anche quest’anno è stato lanciato il Silicon Valley Mindset Program, tramite il quale si selezionano 10 aspiranti imprenditori offrendogli due settimane di formazione gratuita nella regione statunitense dove sono nate le più grandi imprese innovative americane.
Inoltre, proprio all’interno di R2B, sarà presentato il nuovo bando per la Silicon Valley, che sarà aperto anche alle Pmi innovative (giovedì 8, ore 14.00 – Arena Regione Emilia-Romagna).
E proprio per migliorare il sostegno alle startup regionali e a testimonianza della vitalità dell’ecosistema innovativo emiliano-romagnolo, Italian Angels for Growth (la rete dei business angels italiani, la più importante di investitori privati) ha deciso, in collaborazione con Aster, di istituire una presenza stabile in Emilia-Romagna per sostenere l’avvio, lo sviluppo e l’espansione di imprese innovative. Il progetto, che si chiamerà Iag–Emilia-Romagna, sarà presentato giovedì 8 alle ore 16 nell’Arena Regione Emilia-Romagna.
Le startup in Emilia-Romagna
L’Emilia-Romagna è terra fertile per le startup: al secondo posto in Italia per numero assoluto di simili esperienze, con l’11% del totale nazionale. Delle 796 startup emiliano-romagnole, il 19% circa è composto prevalentemente da giovani e quasi l’11% da donne. Solo 3 startup su 100 hanno nella compagine societaria un numero predominante di stranieri. Forlì-Cesena è la provincia con la percentuale più elevata di startup a prevalenza giovanile (il 23,2%)mentre, secondo lo strumento di analisi elaborato da Aster (http://www.aster.it/indicatori/focus-start-up), Reggio Emilia è seconda, dopo Bologna, con 22 aziende innovative su 95 e Modena (21,2%) terza. Ferrara è la provincia con più startup “rosa” (21,1%), seguita da Ravenna (17,3%) e Modena (16,4%). A Piacenza (5,4%), Ferrara (5,3%) e Modena (4,8%) ci sono più startup composte prevalentemente da stranieri.

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REGIONE EMILIA-ROMAGNA


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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