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Inizia il cammino della lista civica de La Comune di Ferrara (LCF)

Si è tenuto nei giorni scorsi il primo incontro collegiale dei 32 candidati a Consigliere Comunale della lista civica La Comune di Ferrara, che ha espresso la candidatura a sindaca di Anna Zonari: 18 donne, 14 uomini. Il più giovane ha 21 anni, la più ‘giovane dentro’ ne ha 74. Sono (e sono stati/e) insegnanti, operatori e operatrici sanitari/e, universitari/e, dirigenti, impiegati/e nel pubblico e nel privato, tutte e tutti accomunate/i da esperienze di impegno nella società civile e di politica attiva nei movimenti, nell’associazionismo, nei partiti.

L’estate scorsa abbiamo iniziato come LCF ma non immaginavamo che saremmo arrivati fin qui. Nemmeno la mia candidatura era in programma: a guidarci sono stati il comune sentimento di urgenza, il bisogno di un nuovo modo di fare politica, dal basso, e una visione di città che sia all’altezza delle sfide del presente.” Così Anna Zonari, candidata sindaca, accoglie i suoi compagni di viaggio e li invita a un giro di presentazioni durato quasi due ore: molte persone non si conoscevano tra loro, e il momento di condivisione degli obiettivi è sempre molto importante.

“Quando a fine anno abbiamo deciso di esprimere una candidatura al ruolo di sindaco della città, Anna ci ha chiesto, in quanto membri di LCF della prima ora, quale fosse la disponibilità di ognuno di noi. Personalmente, sono sicura che l’esperienza in Consiglio Comunale non faccia per me, ma ora sono qui: per un senso di responsabilità verso il gruppo di persone che ha preso questo impegno nei confronti della città e per la continuità di questo tortuoso e sorprendente percorso.” Marcella Ravaglia, mamma e impiegata nel settore dei servizi pubblici locali.

“Io e Anna ci conosciamo da anni, ci siamo incontrate alla manifestazione NO CPR. Mi ha parlato del percorso di LCF e mi ha chiesto di salire a bordo; ho pensato che ci fossero necessità e spazio per dare il mio contributo.” Francesca Rinaldi di Viale K.

“Seguo fin dallo scorso settembre il percorso partecipativo di LCF e ho deciso di offrire le mie competenze, accumulate in tanti anni di lavoro in qualità di dirigente tecnico al Petrolchimico.” Enrico Beccarini, nonno e ingegnere meccanico.

“Apprezzo il percorso di LCF e le qualità di Anna Zonari. In quanto cittadino che lavora in Università darò il mio convinto contributo alla campagna elettorale”. Romeo Farinella, urbanista e professore ordinario UniFe.

Si susseguono le presentazioni, arriviamo agli iscritti ai partiti.  Nel caso dei tesserati a Sinistra Italiana e Europa Verdi presenti, avversati dalle rispettive segreterie nazionali, non hanno ottenuto il permesso di utilizzarne il simbolo e sono stati accolti nella lista LCF.

“Abbiamo seguito i lavori del tavolo dell’alternativa, che poi ha preso una strada per noi impercorribile. Ci riconosciamo invece nei contenuti e nel metodo incarnati dalla candidatura di Anna Zonari, che con le sue qualità personali ci trasmette entusiasmo per questa campagna elettorale. Siamo grati di essere qui con tutti voi.” Giulio Mezzadri, co-portavoce di Possibile, assegnista di ricerca UniFe a Fisica.

“Non m’intendo di campagne elettorali ma sento che è necessario impegnarsi per Ferrara e per i suoi cittadini; qui con voi e con Anna mi sento a casa.” Maria Calabrese, ex insegnante e bibliotecaria volontaria alla Biblioteca Popolare Giardino.

Anna Zonari e i candidati di LCF vi aspettano numerosi alla cena di autofinanziamento del 12 aprile al Centro Sociale Barco. Prenotazioni entro l’8 aprile via e-mail all’indirizzo info@lacomunediferrara.it o con un messaggio al 348 598 5435.

La presentazione dei punti di programma avverrà nelle prossime settimane tramite conferenze stampa aperte che si terranno a Factory Grisù tutti i sabati mattina, dal 4 maggio al 1° giugno.

     LISTA LA COMUNE DI FERRARA

 

n. Nome Cognome ANNO DI NASCITA
1 MALEK FATOUM 1997
2 ANDREA FIRRINCIELI 1961
3 FRANCESCA RINALDI 1981
4 ROMEO FARINELLA 1958
5 MARTA LEONI 1986
6 FEDERICO BESIO 2002
7 FRANCESCA CHIARAMONTE 1996
8 SERGIO GOLINELLI 1953
9 GIULIA FIORE 1987
10 MARIA CALABRESE 1949
11 VALENTINA FAGGION 1988
12 RODOLFO BARALDINI 1955
13 MORENA GAVIOLI 1957
14 ENRICO BECCARINI 1958
15 LAURA ALBANO 1973
16 GIOACCHINO LEONARDI 1964
17 MARIA ANGELA MALACARNE 1960
18 PIER LUIGI GUERRINI 1954
19 CAROLA RUGGERI 1970
20 ALESSANDRO TAGLIATI 1953
21 GIULIANA ANDREATTI 1958
22 GIAN GAETANO PINNAVAIA 1949
23 SILVIA TROMBETTA 1970
24 ALBERTO SQUARCIA 1949
25 GIOVANNA TONIOLI 1959
26 VANNI RIZZIOLI 1991
27 CINZIA PUSINANTI 1956
28 GIULIO MEZZADRI 1989
29 EUGENIA SERRAVALLI 1967
30 ALESSIO PAPA 1980
31 MARCELLA RAVAGLIA 1976
32 CLAUDIA TITI 1957

 

 

                                                                                

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Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

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Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

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