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Da: Organizzatori

E’ il tema che sarà discusso nell’incontro pubblico che avrà luogo, alla presenza del Sindaco di Ferrara Tiziano Tagliani, lunedì 10 dicembre alle 20,45 presso il Bar Kamakoa (ex casa del popolo di Mizzana) Via Modena, 251.

L’iniziativa, promossa da un gruppo di cittadini residenti, trae motivo dal fatto che il quartiere di Mizzana, ubicato nella periferia a nord ovest della città, da qualche anno a questa parte ha subito, come è avvenuto per molti quartieri periferici di altre città, un forte degrado delle condizioni di vita delle famiglie residenti. Diverse sono le cause del cambiamento peggiorativo. Innanzi tutto la modifica dell’assetto produttivo ed industriale per la chiusura di molte fabbriche a causa delle riorganizzazioni produttive o per accordi economico-politici sovranazionali o alla cessazione della loro attività per la grave crisi che ha colpito il nostro Paese. Un altro motivo è dovuto al triste fenomeno dell’immigrazione da parte di migliaia di persone giunte in Italia dai loro paesi di origine (europei, asiatici, africani, ecc.). Di questi alcune centinaia a Mizzana hanno trovato la loro residenza, altri, meno fortunati, hanno trovato solo un precario e spesso incivile riparo nelle strutture industriali abbandonate. Degli emigranti alcuni hanno trovato un lavoro più o meno retribuito, altri no ed oggi vivono a carico dello Stato o in condizioni di estremo disagio e quindi sono facili prede di attività malavitose come dimostrano i numerosi furti nelle case, nelle fabbriche e nei negozi, e l’aumento del numero degli spacciatori di droghe e stupefacenti. In questi anni anche l’antico assetto politico-sociale del quartiere si è però indebolito notevolmente: l’attività delle organizzazioni sindacali e di partito si è fortemente ridimensionata ed oggi nel territorio è praticamente scomparsa; le scuole elementari sono state chiuse, così come gli uffici comunali del decentramento. Anche le locali attività di culto sono svolte in modo precario sotto una tenda per la inagibilità della chiesa per i danni causati dal terremoto. Praticamente poi ogni attività di relazione tra gli abitanti trova difficoltà ad esprimersi per la mancanza di un luogo idoneo all’aggregazione.

Negli ultimi mesi però un gruppo di residenti ha reagito a questo stato di cose riunendosi e sollecitando le autorità preposte all’adozione di azioni di contrasto al degrado. Le richieste hanno trovato parziale accoglimento come può testimoniare, per esempio, la chiusura (provvisoria o definitiva?) del discusso locale di via Modena che per lungo tempo è stato elemento di disturbo per la quiete delle famiglie residenti e, negli ultimi tempi anche collettore di “nottambuli maleducati e litigiosi” e “malintenzionati” di ignota provenienza. Positivo invece va giudicato anche il rapporto avviato, e meritevole quindi di sviluppo con il Centro di Mediazione Comunale. Tale gruppo di residenti intende ora proseguire nell’attività favorendo il coinvolgimento e la partecipazione dei residenti per affrontare assieme gli aspetti più negativi esistenti come: l’inquinamento sia acustico, sia ambientale che industriale, il caotico traffico stradale, le disfunzioni nella raccolta dei rifiuti e lo sviluppo urbanistico del territorio. Al riguardo sono già state maturate intese con gli assessori competenti per calendarizzare futuri incontri pubblici di lavoro con i residenti della zona.

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

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Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

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Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

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