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Da: Ferrara Off teatro

Sabato 9 marzo alle ore 21.00 in scena al Teatro Ferrara Off (viale Alfonso I d’Este 13) il primo studio, in forma di lettura drammatizzata, di “Una solitudine condivisa”, con Giacomo Casti e Giulio Costa, selezione dei testi Monica Pavani. Una nuova produzione Ferrara Off in collaborazione con Fondazione Giuseppe Dessì e Imago Mundi Onlus di Cagliari. L’appuntamento chiude la rassegna “Tradire Bassani” iniziata la scorsa estate, realizzata con il contributo del Comitato Nazionale per le celebrazioni del centenario della nascita di Giorgio Bassani.
Dal 1936 al 1959 Giorgio Bassani e Giuseppe Dessì si scambiano 55 lettere che, oltre a raccontare la storia di un’amicizia, segnano il tracciato di due percorsi letterari intimamente legati fra di loro. A partire dalla corrispondenza fra i due autori, “Una solitudine condivisa” porta in scena personaggi, ambientazioni e vissuti di due grandi protagonisti del Novecento.
Domenica 10 marzo alle 17.30, invece, “Il Giardino di Cemento” di Andrew Birkin, 1993, dal romanzo omonimo di Ian McEwan. Primo appuntamento della rassegna cinematografica a cura di Giovanna Mattioli, in collaborazione con Associazione Rrose Sélavy e Garden Club Ferrara. In una realtà urbana indefinibile e distopica, c’è un giardino arido come solo una gettata di cemento può essere. Il luogo perfetto per trovare alibi e scorciatoie per giudicare le azioni dei personaggi di questa storia: quattro figli, quattro orfani, quattro adolescenti raccontati in tutta la loro dolce, crudele, foruncolosa età anfibia. La visione è consigliata dai 14 anni in su.
L’ingresso allo spettacolo “Una solitudine condivisa” è di 10 € per i soci Ferrara Off, 8 € soci under30, 6 € per gli studenti Unife, 5 € soci under18, 12 € non soci (inclusa tessera associativa 2018/19). L’ingresso al film “Il Giardino di Cemento” è di 3 €. Maggiori informazioni su www.ferraraoff.it o chiamando il numero 333.6282360.

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno. L’artista polesano Piermaria Romani si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE
di Piermaria Romani


Chi volesse chiedere informazioni sul nuovo progetto editoriale, può scrivere a: direttore@periscopionline.it