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Dal punto di vista figurativo, un ‘ponte’ è un periodo di più giorni di vacanza ottenuto inserendo tra due festività, vicine ma non consecutive, un giorno feriale intermedio.
A Ferrara oggi è giorno di ponte fra il 23 aprile (festa di San Giorgio, patrono della città) e il 25 aprile (Festa della Liberazione).

Dal punto di vista letterale, un ponte è un’opera umana che serve per superare un corso d’acqua.
A Ferrara di ponti ce ne sono diversi; quello nel tratto di via Ippolito d’Este che attraversa il Po di Volano si chiama “Ponte della pace” e dal 29 marzo  2019 quel ponte è intitolato ad Altiero Spinelli.

A Ferrara, stamattina presto 24 aprile, giorno di ponte, ho camminato sul “Ponte della Pace”.
Lì ci sono due targhe di marmo dedicate ad Altiero Spinelli: una è ben conservata, l’altra invece è stata brutalizzata da qualche sedicente artista. Avrei ben altre definizioni per l’autore di questa bestialità, ma non so chi sia, anche se immagino che durante questi suoi gesti senta dentro di sé una sorta di forza nuova che gli fa scegliere di usare soprattutto il colore nero per manganellare la memoria di un uomo importante.

Per opportuna conoscenza, ricordo che Altiero Spinelli fu carcerato a 19 anni e rimase in galera quasi 10 anni perché antifascista.
Fu poi confinato e costretto a rimanere a Ponza e a Ventotene per circa 6 anni; in quest’ultima isola, insieme ad altri, elaborò il “Manifesto per un’Europa Libera e Unita”, conosciuto come “Manifesto di Ventotene”.
Liberato nel 1943, dopo l’arresto di Mussolini, Altiero Spinelli fondò il Movimento Federalista Europeo e prese parte alla Resistenza.

Dal punto di vista storico, l’autore delle scritte non può non sapere che, in un periodo nero  della nostra storia, quel ponte si chiamava “Ponte dell’impero”.
Dal punto di vista simbolico, l’autore è ben consapevole di aver recato offesa alla città.
Dal punto di vista artistico, l’autore può considerarsi uno sporco che sporca.
Dal punto di vista fiscale, l’autore dovrebbe risarcire il Comune di Ferrara per le spese che, voglio sperare, impegnerà presto per la pulizia di questo scempio.

Confido davvero che questa amministrazione si impegni a ripulire quella targa, perché dal punto di vista metaforico, un ponte mette in comunicazione mondi diversi; dal punto di vista poetico, un ponte rappresenta la fiducia nell’altro; dal punto di vista politico, a Ferrara il ponte della Pace dedicato ad Altiero Spinelli ha un valore molteplice per tutta la nostra comunità: di pace, di antifascismo e di unione dei popoli europei.

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Mauro Presini

È maestro elementare; dalla metà degli anni settanta si occupa di integrazione scolastica degli alunni con disabilità. Dal 1992 coordina il giornalino dei bambini “La Gazzetta del Cocomero“. È impegnato nella difesa della scuola pubblica. Dal 2016 cura “Astrolabio”, il giornale del carcere di Ferrara.

Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

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