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Da: IlTurco.

Ilturco porta Ferrara all’interno della prima rete nazionale dedicata alla rigenerazione urbana su base culturale, Lo Stato dei Luoghi. L’associazione – che prende il nome dalla via dove nel 2016 ha inaugurato la propria sede – è l’unica espressione della provincia estense tra i promotori di questo particolare network, nato per aggregare, rafforzare e legittimare l’operato e la sperimentazione avviata dai tanti soggetti impegnati nella rigenerazione urbana.
Lo Stato dei Luoghi avrebbe dovuto nascere a il 29 febbraio a Milano, ma l’appuntamento non si è potuto svolgere a causa delle misure intraprese dal governo per contrastare la diffusione del coronavirus. La rete però ha continuato a strutturarsi a distanza, fino ad arrivare alla costituzione. Insieme a Ilturco, hanno aderito 44 realtà: da Base Milano alla piattaforma cheFare, dalla bolognese Kilowatt alla siciliana Farm Cultural Park, dalla Open Design School di Matera alla CasermArcheologica di San Sepolcro. Obiettivo della rete è stimolare l’avanzamento della discussione pubblica sul tema della rigenerazione urbana a base culturale, aggregare saperi e conoscenze, sollecitare l’apporto di professionisti, ricercatori e consulenti affinché crescano e si consolidano le progettualità capaci di generare impatti sociali positivi per il territorio.
Ilturco porterà all’interno di questo contenitore l’esperienza ferrarese, sicuramente originale e peculiare poiché volta soprattutto alla riattivazione e alla condivisione di spazi privati. Fanno parte di questo percorso il rinnovo – dopo anni di abbandono – del cassero medievale di via del Turco 39, che oltre ad essere sede dell’associazione ospita il primo coworking del centro storico; l’eccezionale apertura al pubblico dei giardini segreti del festival Interno Verde; l’installazione site specific Super Cinema Apollo, volta a recuperare la memoria storica di piazza Gobetti; la mostra organizzata nella casa natale del pittore a conclusione del progetto didattico Boldini Trendsetter, realizzato per la Fondazione Ferrara Arte.
Lo Stato dei Luoghi, nella speranza che l’emergenza del coronavirus finisca il prima possibile, ha voluto iniziare a ragionare sul difficile momento che l’Italia sta attraversando, su come sta cambiando la percezione dello spazio comune. Per questo – per capire come cambiano le parole d’uso comune e come potranno evolversi i loro significati – ha creato online l’Alfabeto Pandemico, raccolta aperta e collettiva a cui tutta la rete può partecipare. Il primo contributo de Ilturco – il cui progetto di maggiore successo è senza dubbio Interno Verde – non poteva che essere dedicato alla parola Giardino. L’alfabeto completo si può consultare al sito www.lostatodeiluoghi.com.

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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