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da: Ufficio Stampa Comune di Comacchio

Quella di oggi è una giornata storica per il Comune di Comacchio, dopo la firma del contratto che consentirà nei prossimi mesi di dare avvio ai lavori di costruzione della nuova, attesissima piscina comunale. Durante la conferenza stampa convocata questa mattina dal Sindaco Marco Fabbri, in sintesi sono state illustrate le tappe di una progettualità intorno alla quale l’Amministrazione Comunale sta lavorando da 4 anni, dopo che il precedente project financing non è andato a buon fine. “Questo progetto è in linea con il piano strategico della Regione Emilia Romagna sottoscritto un paio di mesi fa, il Patto per il Lavoro – ha dichiarato il Sindaco Marco Fabbri – e ci riteniamo molto soddisfatti del traguardo odierno. La localizzazione dell’impianto natatorio – ha aggiunto Fabbri – non è da inquadrare in un’ottica di campanilismo, ma in una vision ben più ampia, che è quella della Cittadella dello Sport, che sta prendendo forma al Villaggio Raibosola.” Il Sindaco ha ringraziato tutti gli uffici, i settori comunali, i progettisti, tra i quali un comacchiese, l’ingegner Aldo Malano e l’Associazione temporanea di impresa aggiudicataria della procedura di finanza di progetto con capofila la Ditta Saet Impianti srl di Firenze, rappresentata in conferenza stampa da Alfredo Medici. “Abbiamo colto con piacere una sfida importante – ha dichiarato Medici – mettendo insieme esigenze del costruttore e progettualità dell’Ente locale. Lo sforzo è stato anche quello di creare una squadra di aziende professionistiche formata da Saeet Costruzioni, Tecno service S.p.a. di Fiorano Modenese e Nuova Sportiva s.s.d. di Ferrara.” Il presidente dell’associazione temporanea d’impresa, unendosi ai ringraziamenti del Sindaco, ha poi auspicato l’avvio dei lavori di costruzione in autunno. Entusiasta anche Davide Gilli, Direttore commerciale della Nuova Sportiva di Ferrara, che si occuperà della gestione del nuovo impianto natatorio. Dopo aver illustrato l’ultra ventennale esperienza nella gestione di piscine in numerosi impianti dislocati in diverse regioni, Gilli ha sottolineato che “siamo ben contenti di gestire un impianto con 3 vasche, una tradizionale, una dedicata ai bimbi ed un’altra destinata al fitness. Auspichiamo che per tutte le sue caratteristiche l’impianto natatorio possa divenire un prototipo per Comuni da 25mila/30mila abitanti. Le risorse investite da questa amministrazione – ha concluso Gilli – sono improntate al benessere della vita dei cittadini e sono alla base delle politiche di sviluppo socio-economico dei territori.” L’ingegner Aldo Malano, progettista-capogruppo ha esposto a grandi linee il progetto che, come si è detto, consiste nella realizzazione di tre vasche, oltre ad una palestra per il corpo libero con due spogliatoi principali e servizi per l’utenza. “Rispetto alla richiesta dell’Amministrazione Comunale – ha sottolineato Malano -, abbiamo anche implementato l’offerta di acqua, da 2 a 3 vasche, perseguendo criteri di sostenibilità, non solo economica, ma anche ambientale. Su una superficie complessiva di 2326 metri quadri abbiamo previsto 3 impianti separati, adottando tutti i criteri di recupero e risparmio energetico, propri della fascia di classe energetica A.” Il progetto è in linea con tutti i canoni di sicurezza, isolamento termico ed efficientamento energetico. L’impianto con lampade a LED permetterà di passare da 38mila a 10mila chilowattora annui. L’investimento complessivo di poco superiore di 3 milioni di euro consta di una quota di 2milioni e400mila euro a carico dell’Amministrazione Comunale per un contributo pari a 124mila euro all’anno per 20 anni. Durante l’arco dei 20 anni di gestione, tutte le spese per manutenzione ordinaria e straordinaria dell’impianto saranno a carico del gestore. L’auspicio è quello di “arrivare all’apertura dell’impianto entro un anno – ha concluso il Direttore commerciale di Nuova Sportiva di Ferrara Davide Gilli-.”

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COMUNE DI COMACCHIO


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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