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Da Movimento 5 Stelle

Ilaria Morghen: “mentre in questi giorni ci viene sottoposto in Commissione 4a il Bilancio ASP, apprendiamo con sconcerto di una richiesta di ispezione presso l’ASP di Ferrara depositata al Senato della Repubblica e inoltrata ai Ministeri di Giustizia, della Salute e degli Affari Sociali in data 17 Gennaio 2017”

La riprovevole vicenda verte su un caso di allontanamento di minori da madre affidataria con sentenza del Tribunale Civile con pratiche non supportate da norme giuridiche e deontologiche. In considerazione delle Dichiarazioni mondiali ed europee in tema di Diritti Umani e della Legislazione italiana che considerano prioritaria la crescita dei figli nel proprio contesto familiare, ed in considerazione del fatto che nessuna prova oggettiva, nessuna valutazione psicologica e nessuna sentenza esiste contro la madre che anzi è vittima di violenza domestica con condanna in via definitiva del suo persecutore, si consideri che la madre da 14 mesi è inascoltata nonostante i vari tentativi esperiti per portare a conoscenza degli interessati la sua “odissea”, che nulla è stato fatto per risanare il danno cagionato ai suoi figli (e a lei, ovviamente!) ma che, anzi, appaiono a tutti gli effetti vittime di quel fenomeno tanto odioso quanto misconosciuto che è l’alienazione parentale.

Nonostante le sbandierate campagne di difesa delle vittime di violenza domestica ad opera della giunta Tagliani finanziate con risorse pubbliche ripartite in attuazione della legge 119/2013, e nonostante quanto riportato nella bacheca di presentazione del Servizio Minori ASPIl Servizio Sociale Minori ha funzioni di sostegno alle famiglie con figli minorenni … Ha l’obiettivo di garantire al minore il diritto di crescere serenamente nella propria famiglia attraverso l’assistenza, il sostegno e l’aiuto nella genitorialità, assistiamo sgomenti ad un atto di grave discriminazione di una donna e di una madre.

Chiediamo all’Assemblea dei Soci ASP, ai Sindaci di Ferrara, MasiTorello e Voghiera che ora si ponga immediato rimedio –per quanto possibile!- a questa indegna vicenda attivando ogni intervento possibile teso al recupero del legame affettivo lacerato per l’inspiegabile provvedimento di allontanamento e, ancora, in seguito, con il caparbio protrarsi della situazione che ora rischia davvero di giungere ad un epilogo tragico.

Chiediamo risposte all’Assemblea dei Soci ASP, i Sindaci di Ferrara, MasiTorello e Voghiera, affinché accertino mancanze e responsabilità amministrative (danni erariali) e giuridiche (civili e penali) di chi e perché possa aver cagionato danno fisico e mentale ai minori oggetto della scandalosa vicenda “targata ASP-Ferrara”, portata all’attenzione di ben tre Ministri dall’On. Divina e inviamo un esposto alla Corte dei Conti. In allegato le interrogazioni presentate al Comune di Ferrara e al Senato della Repubblica.

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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