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Da: Ufficio Stampa

La ristorazione come cambia e come si modificano gli stili alimentari degli Italiani. E’ stato un momento di confronto significativo su uno dei settori, dati alla mano, più reattivi nel panorama economico italiano con particolare riferimento alla ristorazione.
Il presidente nazionale della Fipe Confcommercio (Federazione Italiana Pubblici Esercizi) Lino Enrico Stoppani è intervenuto oggi (18/03) in sede Ascom Confcommercio a Ferrara: “Il settore della ristorazione – ha spiegato nel suo intervento, Stoppani che ricopre il prestigioso ruolo di vicepresidente vicario della Confcommercio nazionale – non solo è importante per gli altissimi valori numeri quantitativi di fatturato, occupati e di valore aggiunto, i più alti dell’intera filiera agroalimentare ma rappresenta decisivi valori sociali: è presidio di legalità e socialità. L’enogastronomia ed in particolare la ristorazione è il secondo motivo per cui gli stranieri scelgono l’Italia dal punto di vista turistico ed il primo per il quale poi tornano nel nostro Paese. In definitiva un soft power che va valorizzato e promosso ed il Paese in questo senso deve dare un supporto per promuovere il brand Italia e superare i nodi del settore” rappresentati ad esempio dal turno over altissimo, dalla scarsa redditività d’impresa, da un eccesso di liberalizzazione e dell’offerta, dal rischio di infiltrazioni criminali.
Il pomeriggio di lavori era stato aperto dal saluto di Giulio Felloni presidente provinciale di Ascom Confcommercio Ferrara e vicepresidente della Confcommercio regionale che ha ribadito la importanza “E’ fondamentale avere una chiara visione strategica per programmare il futuro. In città e provincia i nostri associati Fipe sono – ha ricordato – oltre un terzo del totale delle oltre duemila attività presenti”. Un ruolo decisivo che vedeva nel pomeriggio odierno di lavori “Un momento di dialogo e di confronto importanti con la Fipe nazionale che permettono di raccordare in maniera significativa e concreta la base associativa al sistema” ha sottolineato nel suo video saluto Matteo Musacci presidente provinciale e regionale della Fipe, trattenuto a casa dall’ influenza di stagione.
Dopo i saluti del segretario generale della Camera di Commercio Mauro Giannattasio, la relazione del direttore nazionale di Fipe, Roberto Calugi: “Gli italiani amano mangiare fuori casa. Negli anni aumentano le percentuali di di chi mangia fuori le mura domestiche. Pochi anni fa eravamo al 70% (in casa) ed il 30 (fuori casa). Oggi siamo al 60% in casa ed il 40 % fuori casa. Prevediamo che nel 2030 le percentuali addirittura si invertiranno. Un settore che va compreso, valorizzato e promosso” ha concluso Calugi.
Dal Rapporto annuale Fipe si evince che i consumi alimentari (nel 2018) sono stati di 237 miliardi (ben 85 fuori casa) con una spesa pro capite complessiva di 1408 euro. Un altro dato fotografato è che nel decennio (2008/2018) la spesa per mangiare fuori casa aumenta del + 7,7%, mentre in casa si flette del – 6,8%.
E’ sempre meno il tempo dedicato al cibo anche se cresce la consapevolezza che alimentazione e salute sono legate a doppio filo: infatti il 91,7 % degli intervistati dichiarano che la salute ed il benessere dipendono da ciò che si mangia . Un tempo medio sempre minore quello da dedicare alla preparazione dei pasti ed al loro consumo (rispettivamente 37 e 29 minuti) che denota uno stile di vita sempre più in corsa tant’ è che sempre più ci si affida al food delivery. Mettersi a tavola rappresenta un momento di relax; come dire che gli italiani amano vivere fuori dalle mura domestiche e frequentare le 333647 imprese della ristorazione in attività in Italia e dove i i dati sull’occupazione e sulle sue prospettive rimangono comunque positive con oltre 1.252.260 occupati complessivi.
I lavori, coordinati dal direttore Ascom Ferrara Davide Urban, ha visto in sequenza la premiazione di quattordici attività per la fedeltà trentennale ad Ascom Fipe: Ristorante Pinotti di Pinotti Elena (Villanova di Denore); La Capanna di Eraclio di Soncini Pierluigi (Codigoro); La Rosa dal 1908 di Malaguti Francesco (Terre del Reno); L’Antico Giardino di Gardinali Francesco (Ravalle); Il Ristorante Lanzagallo di Tazzari Remo Antonio (Gaibana) ; La Chiocciola di Adalberto Migliari (Quartiere); Da Tassi di Alario Vincenza (Bondeno); Quel Fantastico Giovedì di Mara Farinelli (Ferrara); Pizzeria Pulcinella di Antonio Lettieri (Ferrara); Al Vecchio Mulino di Dario Trantini (Porotto); Pizzeria Orsucci di Armando Orsucci (Ferrara); Leon d’Oro di Mauro Paganelli (Ferrara); Ristorante Samanta di Roberta Tassinari (Cento); Ristorante pizzeria La Pergola di Learca Tassinari (Renazzo). Esempi di professionalità e di eccellenza enogastronomica storicamente legati ad Ascom Fipe Confcommercio.
Un’occasione infine per lanciare il progetto “Rimpiattino”, in collaborazione tra Fipe ed il Consorzio Nazionale Recupero e Riciclo Imballaggi a base cellulosica (Comieco): ossia la possibilità attraverso contenitori pratici e dall’aspetto accattivante di poter portare a casa bevande e cibi ordinati al ristorante ma che non sono stati consumati. Un modo per realizzare in modo contemporaneo il tema della sostenibilità ambientale con quello sociale e che rivelano la concreta sensibilità di Fipe Confcommercio. L’elenco dei ristoranti ferraresi che partecipa a “Rimpiattino” è disponibile su www.fipe.it/rimpiattino/ferrara.html

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ASCOM FERRARA


PAESE REALE

di Piermaria Romani

PROVE TECNICHE DI IMPAGINAZIONE

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Pescando un pesce d’oro
5 titoli evergreen dall’archivio di 50.000 titoli  di Periscopio

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Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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