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24 Novembre 2021- Bookshop – Museo Nazionale dell’Ebraismo Italiano e della Shoah

Il Talmud, il testo più importante della cultura ebraica, è al centro di un grande progetto di traduzione italiano, con il supporto dei più avanzati sistemi di linguistica computazionale, rappresentando un unicum nel panorama mondiale. Roma, Ferrara 19 Novembre 2021 – Mercoledì 24 Novembre 2021 alle ore 17:00 presso il bookshop del Museo Nazionale dell’Ebraismo Italiano e della Shoah si svolgerà l’evento “Il Progetto Traduzione Talmud Babilonese: Umanesimo e tecnologia in favore del dialogo interculturale”.
All’incontro, patrocinato dal Comune di Ferrara, partecipano: Amedeo Spagnoletto, Direttore del Museo
Nazionale dell’Ebraismo Italiano e della Shoah, Clelia Piperno, Direttore del Progetto Traduzione Talmud
Babilonese, Enrica Martinelli, Professoressa di Diritto e Religione dell’Università di Ferrara e David
Dattilo, Responsabile Ricerca e Sviluppo Progetto Traduzione Talmud Babilonese e Responsabile Progetto YESHIVA’. Modera Cristiano Bendin, Il Resto Del Carlino Durante l’evento sarà presentato, per la prima volta a Ferrara, il Progetto di Traduzione italiana del Talmud Babilonese, che rappresenta oggi il più importante, per ampiezza e complessità, progetto di “Umanesimo Digitale”: un enorme lavoro di studio, che si avvale di uno strumento unico nel suo genere, “TRADUCO”, un software di linguistica computazionale, a base semantica e ricerca, e che coinvolge 90 studiosi e personalità di spicco della cultura ebraica in tutto il mondo offrendo l’opportunità, per la prima volta anche Italia, di accedere e conoscere il Talmud, l’opera più importante della cultura ebraica. Il progetto è frutto di un protocollo d’intesa tra Presidenza del Consiglio, MUR, CNR e UCEI-CRI.
Durante l’incontro sarà presentata in anteprima la ‘YESHIVA’: la nuova piattaforma digitale per lo studio
del Talmud e la diffusione della cultura ebraica, che permetterà la lettura e l’analisi dei testi. Un nuovo
ambiente digitale per la formazione e la comprensione di una delle lingue più antiche. Un progetto unico
al mondo che annulla i confini geografici e apre nuove possibilità al dialogo interculturale.
Il primo volume “Rosh haShanà”, pubblicato nel 2016, è stato donato alla Library of Congress degli Stati
Uniti d’America e consegnato al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella e al Presidente Israeliano, Reuven Rivlin. Durante la 73esima Assemblea Generale alle Nazioni Unite il Progetto Traduzione Talmud Babilonese è stato presentato in un side event come best practice nell’uso di nuove tecnologie applicate alla cultura che incoraggia il dialogo interculturale e l’inclusione sociale di minoranze.

Ad oggi sono stati pubblicati cinque trattati tutti editi La Giuntina, che hanno riscosso l’interesse di
numerosi studiosi e appassionati nazionali e internazionali. Entro questo anno sarà pubblicato il nuovo
trattato Betzà.
In occasione dell’incontro sarà possibile visitare dalle 16.00 la nuova mostra del MEIS “Oltre il ghetto.
Dentro&Fuori” al prezzo ridotto di 8 euro e partecipare ad una visita guidati dal Direttore Amedeo
Spagnoletto (massimo 15 partecipanti).
Prenotazione consigliata scrivendo a meis@coopculture.it o chiamando il numero 342 5476621 (attivi da martedì a domenica dalle 10.00 alle 18.00).
L’accesso al museo sarà consentito esclusivamente a coloro in possesso di Green Pass unitamente ad un documento di identità valido.

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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