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da: ufficio comunicazione ed eventi Unife

Sabato 7 febbraio alle ore 9, nell’Aula Magna dell’ISIT Bassi-Burgatti Cento (Ferrara), il Prof. Marco Greggi, associato di Diritto tributario e Diritto tributario internazionale di Unife, terrà una Conferenza dal titolo “Il sistema fiscale europeo ed italiano”.
La conferenza è il primo appuntamento di un ciclo di incontri indirizzati agli studenti degli ultimi anni delle superiori, organizzati dalla prof. Poppi e dalla prof. De Laurentiis dell’ITIS Bassi-Burgatti di Cento in collaborazione con il Centro di Documentazione Europea di Unife.

L ’appartenenza dell’Italia all’Unione europea – spiega Greggi – ha aperto grandi prospettive di sviluppo e crescita, ma sta anche pretendendo il rispetto di un rigoroso equilibrio finanza pubblica e di acquisizione delle risorse necessarie per garantirlo. Fra questi strumenti, sicuramente quello fiscale assume un ruolo centrale, destinato peraltro a rafforzarsi.
Ogni Stato non è libero di introdurre le imposte che crede opportune, ma può farlo solo nella misura in cui le tasse e i tributi siano compatibili con il diritto eurounitario e con i principi fondamentali che lo ispirano.
L’IVA, ad esempio, è una imposta sui consumi che è stata concepita non a Roma, ma a Bruxelles. I dazi dogali sono regolati dal diritto dell’unione europea pressoché in tutti gli aspetti i maggior rilievo, e anche le imposte dirette, un tempo assoluta e incontrastata prerogativa dello Stato, risentono fortemente del processo di integrazione eurounitaria. Ad esempio, la scelta di Fiat Auto di trasferire la propria sede in un altro paese dell’Unione europea e di trasformarsi in FCA è stata facilitata anche dall’assenza di norme fiscali che tassano le imprese che vogliono abbandonare il nostro Paese: e non certo perchè il legislatore non ci abbia pensato, quanto piuttosto perché sarebbero tasse proibite dal diritto dell’Unione europea.
Insomma – chiosa il relatore – la fiscalità italiana oggi è sempre più fiscalità europea: nell’incontro in programma per il 7 febbraio si cercherà di capire che cosa questo significhi, i costi che comporta e i vantaggi che ne potrebbero scaturire per tutti.

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UNIVERSITA’ DI FERRARA


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno. L’artista polesano Piermaria Romani si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE
di Piermaria Romani


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