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Da: Organizzatori

Sabato 11 febbraio 2016, presso la Sala del Consiglio Comunale (Piazza Municipale,2)
Dalle 9.30 alle 13.30

L’attenzione dei media, la risposta educativa e giudiziaria

Che cosa succede quando un minorenne commette un reato? Quali le conseguenze per lui e per la sua famiglia, e soprattutto in che modo renderne gli adolescenti consapevoli in un’ottica di prevenzione?

Su questo si confronteranno alcuni attori della giustizia minorile con l’ausilio di video che presenteranno l’esperienza di un giovane autore di reato e lo svolgimento di un processo, simulato ma del tutto realistico.

Sarà anche l’occasione per interrogarsi sul contributo che i media possono offrire nel costruire una opinione pubblica attenta, sensibile e correttamente informata.

L’incontro, aperto a tutti, è rivolto in particolare a operatori sociali, giornalisti, avvocati, educatori. Nell’occasione verrà presentato il kit didattico “Non era un gioco. Riflessioni e proposte didattiche sulla giustizia minorile”, realizzato dal Comune di Ferrara in collaborazione con la Procura e il Tribunale per i Minorenni di Bologna e la Regione Emilia-Romagna. Un materiale pensato per aprire il dibattito con gruppi di adolescenti, nella scuola e nei luoghi d’incontro.

L’evento è promosso dal Comune di Ferrara (Ufficio Sicurezza Urbana, Centro di Mediazione, Ufficio Diritti dei Minori) in collaborazione con il Tavolo Adolescenti (Ausl-Comune di Ferrara) e la Camera Minorile di Ferrara.

L’appuntamento è stato inserito dall’Ordine dei Giornalisti nel programma di formazione permanente. Per ottenere il riconoscimento dei crediti i giornalisti potranno iscriversi gratuitamente sulla piattaforma Sigef.
E’ in corso di accreditamento da parte dell’Ordine degli Avvocati e dall’Ordine degli Assistenti Sociali.

Introducono:

Chiara Sapigni, Assessore Servizi alla Persona, Comune di Ferrara
Giorgio Benini, Ufficio Sicurezza Urbana, Comune di Ferrara

Intervengono:
Giuseppe Spadaro, presidente del Tribunale per i Minorenni di Bologna
Teresa Sirimarco, direttore USSM di Bologna
Elena Buccoliero, Ufficio Diritti dei Minori del Comune di Ferrara e giudice onorario Tribunale per i Minorenni di Bologna

Modera l’incontro Alessandro Zangara, Ufficio Stampa, Comune di Ferrara

Durante l’incontro verranno proiettati i video:
“Come rinascere”, testimonianze sulla messa alla prova minorile
“Non era un gioco”, processo minorile simulato

I relatori:
Giuseppe Spadaro, presidente del Tribunale per i Minorenni di Bologna dal 2013. Entrato in magistratura nel 1990, prima di questo incarico è stato a capo della sezione penale di Lamezia Terme e giudice minorile a Catanzaro. Nel video che verrà proiettato veste i panni di un adolescente imputato per spaccio di sostanze e lesioni aggravate.

Teresa Sirimarco, pedagogista e assistente sociale, mediatrice familiare e penale. Dirige l’USSM di Bologna, l’Ufficio di Servizio Sociale per i Minorenni del Ministero della Giustizia che, in Emilia Romagna, assiste i minori imputati di reato in tutte le fasi del procedimento penale. Insegna “Metodi e tecniche del servizio sociale” presso la Scuola di Scienze Politiche dell’Università di Bologna.

Elena Buccoliero, sociologa e counsellor, dal 2008 è giudice onorario al Tribunale per i Minorenni di Bologna dove per oltre 7 anni ha partecipato al collegio dibattimentale. E’ inoltre referente dell’Ufficio Diritti dei Minori del Comune di Ferrara e iscritta all’Albo dei Giornalisti Pubblicisti dell’Emilia Romagna. Ha curato il kit didattico “Non era un gioco. Riflessioni e strumenti didattici sulla giustizia minorile”.

PER INFORMAZIONI E ISCRIZIONI:
Centro di Mediazione
0532/770504
centro.mediazione@comune.fe.it

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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