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Da: Organizzatori

Domenica 7 aprile dalle 14.30 fino alle 22.30 presso il Teatro Comunale Claudio Abbado di Ferrara si terrà TEATRO OPEN DAY, una giornata in cui l’Orchestra Giovanile dell’Unione Europea (EUYO) aprirà le porte del teatro cittadino a tutti coloro che vorranno visitarlo.
Per diffondere la gioia di fare musica, l’EUYO ha scelto di collaborare con tante associazioni e istituzioni ferraresi. Per otto ore, durante il pomeriggio e la sera, si alterneranno sul palco e nelle varie stanze del teatro gli studenti del Conservatorio Girolamo Frescobaldi, l’Orchestra a plettro Gino Neri e il Coro barbershop dell’Associazione Musicisti di Ferrara. Le porte del teatro saranno aperte e pronte ad accogliere tutti coloro che vorranno lasciarsi incuriosire, senza necessità di biglietti: chiunque potrà entrare, sedersi, ascoltare della musica e fare domande.
La giornata si aprirà con un laboratorio pensato per i più piccoli, ma adatto anche ai più grandi: dalle 14.30 alle 15 i ragazzi dell’Orchestra Giovanile dell’Unione Europea (EUYO) faranno riconoscere, toccare e anche provare i loro strumenti per avvicinare le persone alla musica. Seguiranno dalle 15 alle 16.30 vari momenti di musica da camera a cura dei giovani musicisti del Conservatorio di Ferrara.
Per introdurre gli spettatori a cosa sia una prova aperta, raccontare curiosità e spiegare cosa si sta per ascoltare, dalle 16.45 alle 17 parlerà al pubblico il Segretario Generale dell’Orchestra, Marshall Marcus, che ha iniziato la sua carriera come violinista della BBC Symphony Orchestra.
Dalle 17 alle 18 si terrà la prova aperta dell’Orchestra Giovanile dell’Unione Europea (EUYO), guidata dal proprio Direttore Principale, Vasily Petrenko. Al termine della prova, dalle 18.15 alle 18.45, il pubblico potrà incontrare nel Ridotto del teatro i musicisti dell’Orchestra e fare loro domande sulla musica, sulle loro esperienze e sulla prova che hanno appena ascoltato.
Dalle 19 alle 20 è invece il turno dell’Orchestra a plettro Gino Neri, un gruppo musicale che è profondamente connesso con la storia ferrarese, che salirà sul palco del teatro per eseguire una serie di brani con i loro strumenti.
I ragazzi del Conservatorio torneranno a fare musica per le stanze del teatro dalle 20.15 alle 21, mentre a terminare la serata, dalle 21.30 alle 22.30 ci sarà il Coro barbershop dell’Associazione Musicisti di Ferrara.
Negli ultimi anni l’EUYO ha aperto la strada a programmi innovativi di formazione, coinvolgimento delle comunità locali e sperimentazione di nuove forme di spettacolo come parte del programma Creative Europe – Towards 2020. Queste iniziative sono state sviluppate con grande successo di pubblico in città come Vienna, Berlino, Shanghai e Dubai. Nel mese di aprile partiranno a Ferrara i primi eventi del progetto Orchestra in Città! per far avvicinare il pubblico alla musica e ai musicisti.
Altri eventi del progetto Orchestra in Città! si susseguiranno durante l’anno e saranno offerti gratuitamente dall’Orchestra Giovanile dell’Unione Europea alla città di Ferrara.

L’orchestra
Fondata come “European Community Youth Orchestra” l’8 marzo 1976 a seguito di una risoluzione votata all’unanimità dal Parlamento Europeo, nel 1978 intraprende sotto la guida del suo direttore musicale Claudio Abbado il tour inaugurale ad Amsterdam, Bonn, Parigi, Lussemburgo, Bruxelles, Milano e Roma. Negli anni successivi l’Orchestra è diretta da Herbert von Karajan, Daniel Barenboim, Leonard Bernstein e Zubin Mehta e intraprende ogni anno tour in vari stati, tra cui Messico, Cina, Hong Kong, Giappone, USA, India, Russia, Brasile e Argentina, oltre che nei vari paesi europei.
Con la trasformazione della Comunità Europea in Unione Europea, l’Orchestra cambia nome in European Union Youth Orchestra (EUYO). Nel 2018, grazie alla collaborazione tra la RAI, il Comune di Ferrara e il Ministero della Cultura, l’Orchestra trasferisce la propria sede legale a Roma e la sede operativa a Ferrara, presso il Teatro intitolato al suo primo direttore musicale, Claudio Abbado.
Definita dal presidente della Commissione UE Jean-Claude Juncker come “il miglior ambasciatore culturale dell’Unione Europea”, l’Orchestra è composta da giovani dai 16 ai 26 anni, selezionati ogni anno attraverso audizioni in tutti i 28 paesi membri dell’UE tra migliaia di candidati.

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

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