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da: ufficio stampa comunicazione Camilla Ghedini

Sulla vicenda relativa all’accorpamento della Camera di Commercio di Ferrara, per cui ci sarebbe un orientamento unanime verso Ravenna seppure con possibilità di perlustrazioni verso Bologna e Modena, registro alcune ambiguità. Tanto per cominciare il territorio centese, che è forse quello che ha retto di più l’urto della crisi degli ultimi anni, seppure penalizzato dal terremoto del 2012, è stato escluso dai ragionamenti, quasi fosse un’appendice. E questo dispiace. Preme ricordare infatti che la provincia di Ferrara non è solo costa e turismo, ma anche manifattura. E la manifattura è export. E l’export è verso il Nord Europa, su questo credo non ci sia possibilità di smentita. Lo sviluppo non può dunque che avvenire sulla via Emilia, guardando al Brennero, con l’ausilio della Cispadana, da fare divenire autostrada come da programmazione regionale e realizzata fin qui, purtroppo, solo a tratti. E sulla quale negli anni molto si è investito, almeno a parole, affidando all’infrastruttura la possibilità di crescita per imprese e industrie. A meno che, all’improvviso, non si sia deciso che completare la Cispadana non è una priorità. Se così fosse, non solo ci troveremmo un’altra cattedrale nel deserto ma diventerebbe ancor più urgente la sistemazione della superstrada Ferrara-Mare, le cui condizioni non sono né a misura di mezzi pesanti né di turisti. Ovvio che le opere non devono essere in competizione. Al contrario, una superstrada agibile e una Cispadana fruibile agevolerebbero anche le imprese che sono al ‘sud’ di Ferrara. In tutto questo caos di ‘accorpamenti’ non possiamo poi dimenticare quello delle Province, non secondario. Avrebbe un senso che l’orientamento fosse comune a quello delle Camere di Commercio. A questo punto, visto che studi recenti – cito ad esempio quello promosso dall’Associazione Imprenditori Centesi col Censis, condiviso da tutte le associazioni di categoria – tratteggiano lo sviluppo verso Modena, chiedo di valutare seriamente questa possibilità, senza ridurre il tutto a tentativi ufficiosi volti a eliminarla a vantaggio di Ravenna. E colgo l’occasione per invitare la Cna, i cui vertici – dal presidente Alberto Minarelli al nuovo direttore, Diego Benatti – , sono proprio di Cento, a un confronto con Confartigianato. Sarebbe indispensabile visto che, per vocazione, tuteliamo la stessa tipologia di aziende.
Graziano Gallerani,
Presidente Confartigianato Cento
Vice Presidente Confartigianato provinciale

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Riceviamo e pubblichiamo

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Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno. L’artista polesano Piermaria Romani si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE
di Piermaria Romani


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