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da: ufficio stampa Partito Democratico Ferrara

Vogliamo porre in evidenza la sofferenza della scuola italiana come struttura atta ad accogliere bambini e bambine, studenti e studentesse. Con il termine struttura intendiamo tutto ciò che fa scuola: edificio, banchi, laboratori, spazi di lavoro; ma soprattutto, ciò che fa di un edificio una Scuola e cioè l’intreccio di rapporti di fiducia e di relazioni con spazi e persone, la vita in una comunità orientata alla formazione.
La creazione di un luogo di questo tipo richiede da parte di tutti gli operatori una attenzione continua che va ben oltre l’impegno in classe dei docenti o quello del personale non docente durante il tempo scuola e che troverebbe risposta nelle numerose attività di sostegno o in quelle chiamate “extracurricolari” o nelle numerose riunioni di programmazione/progettazione da parte degli insegnanti. A fronte dell’esigenza di un impegno tanto fondamentale, non possiamo che rimanere perplessi rispetto ai tagli che ancora una volta vedono ridurre i fondi destinati agli istituti scolastici. Non ci sarà infatti più modo di intervenire sul singolo studente, di affiancarli uno a uno nel percorso di apprendimento, di riflettere sulle attività o modalità più idonee rispetto ad ogni specifico caso in modo da creare una scuola che sia veramente di tutti e per tutti.
Se è vero che si deve partire dalla scuola per creare un futuro in cui ci siano sviluppo e democrazia, occorre rispettare la scuola ed occorre anche che le scuole siano messe in condizioni da assolvere questo faticoso e difficile compito.
La nostra scuola ha bisogno di un servizio migliore e più intenso per tutti gli utenti, senza dimenticare la riqualificazione della spesa, la professionalità del corpo docente, la lotta alla dispersione scolastica e per l’estensione del tempo scuola soprattutto per quella dell’infanzia e la primaria. Dobbiamo poi rovesciare l’idea secondo cui, nella fascia 0-6 anni, nidi e scuole dell’infanzia siano solo un servizio: si tratta di diritti veri e propri per i quali occorre varare un nuovo piano nazionale per raggiungere il 33% di copertura al nido e garantire a tutti un posto nella scuola dell’infanzia. E l’attenzione all’edilizia scolastica non deve imporsi solo nei casi di urgenza ed emergenza: la tutela della sicurezza di chi vive la scuola ogni giorno è una priorità assoluta.
Ferrara è una realtà che sicuramente può vantare molti aspetti positivi da questo punto di vista: ricordiamo i massicci investimenti in termini di manutenzione e sicurezza scolastica che l’Amministrazione locale ha destinato alle realtà di tutto il territorio, ma anche per i servizi scolastici, in controtendenza rispetto alla linea nazionale, il Comune investe ingenti risorse nella scuola -surrogando anche i doveri dello Stato stesso- come il sostegno all’handicap e al disagio.

Cristina Corazzari – Resp.le Scuola Segreteria Provinciale PD Ferrara

Paola Bertolini – Responsabile Scuola Segreteria Comunale PD Ferrara

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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