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da: organizzatori

Lunedì 11 maggio – Centro Sociale La Resistenza – via della Resistenza 32-34– Ferrara
Ore 20:30

TERRE di MUSICA è un progetto musicale e culturale, ideato da Salvatore De Siena, leader del Parto delle Nuvole Pesanti, e realizzato dalla band in giro per l’Italia nell’arco di due anni, con la collaborazione di Arci e Libera.
Lunedì 11 maggio presso la il Centro Sociale La Resistenza di Ferrara si terrà la presentazione del progetto Terre di Musica-viaggio tra i beni confiscati alla mafia, ospite della rassegna #5eventiX5anni.
Terre di Musica è un viaggio a tappe da Corleone a Trapani, dalla Piana di Gioia Tauro ad Isola Capo Rizzuto, da Mesagne a Cerignola, da Casal di Principe a Castel Volturno, fino a Roma, Bologna, Torino e Milano, per documentare l’esperienza dei beni confiscati, raccontare le storie delle tante persone, spesso giovani, che ci lavorano tra mille difficoltà, intimidazioni e vandalismi, e far comprendere che i beni confiscati non rappresentano solo un valore simbolico, ma anche una risorsa, un modello di sviluppo economico e sociale alternativo.
Di questo viaggio sono stati realizzati un libro e un film documentario che raccolgono le note storiche, sociali e culturali dei beni confiscati alla mafia nonché l’esperienza umana dei suoi protagonisti. Un viaggio emozionante e umanamente arricchente, fatto con la convinzione che la legalità possa svilupparsi a partire dalle piccole azioni e che la musica, il cinema, la letteratura siano linguaggi capaci di arrivare alla gente con maggiore facilità e immediatezza.
Il cofanetto (libro+Dvd) è pubblicato da Editrice ZONA. Sarà acquistabile anche on line sul sito www.partonuvolepesanti.com e disponibile in formato e-book.

BREVE PROFILO ARTISTICO

Il Parto delle Nuvole Pesanti ha finora realizzato 12 album, fondendo stili e linguaggi differenti, dall’etno-rock mediterraneo alla canzone d’autore, fino alla world music abbracciata nell’ultimo disco “Che aria tira” avvalendosi della collaborazione di artisti (Claudio Lolli, Roy Paci, Teresa de Sio, Fabrizio Moro, Amy Denio, Sepideh Raissadat) nonché scrittori (Carlo Lucarelli, Vito Teti, Carmine Abate). Il suo live, portato su palchi importanti sia nazionali (Primo Maggio, Premio Tenco) che internazionali (New York, Fortaleza, Bagdad, Londra, Berlino, Praga, Budapest), è un crocevia di suoni e liriche, ironia e allegria, miscelati a momenti teatrali, circensi e mimici.
Di recente il Parto ha riscosso uno straordinario successo con il brano “Onda Calabra”, colonna sonora di “Qualunquemente” , film di Antonio Albanese, ottenendo la partecipazione al Festival del Cinema di Berlino e la nomination come migliore canzone al David di Donatello. Il brano “Giorgio” ha avuto la nomination al Premio Amnesty International , mentre “L’imperatore” è stato considerato tra i mille brani più rappresentativi della storia della canzone italiana (“Antologia della Canzone Italiana 1861-2011”).
La band si è cimentata anche nel teatro (Roccu u Stortu, Slum) e nel cinema (Doichlanda, I colori dell’abbandono). Di grande importanza sono anche i progetti culturali del gruppo (da La Valigia d’Identità, Paesi abbandonati) che testimoniano il forte impegno sociale e civile che sin dall’inizio ha caratterizzato il suo progetto artistico.

Link utili

Trailer del film
https://www.youtube.com/watch?v=neMDxk3ed7s&index=7&list=PLESCULDVJCbpLTsT_VnpzzQDcZVGl0hz1

Sito
http://www.partonuvolepesanti.com/terre-di-musica/

Pagina facebook
www.facebook.com/partonuvolepesanti

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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