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Percorrendo spiagge deserte, il luoghi remoti, l’idea che mi assale non è quella romantica dell’occhio che si perde verso l’orizzonte. No. Le mie letture notturne impongono al mio pensiero la nitida immagine dell’immensità degli abissi, dell’imperscrutabilità dei fondali oceanici, delle ataviche bestie che nuotano in anfratti inesplorati. Le rimembranze lovecraftiane si risvegliano percorrendo silenziosi lembi di terra bagnati da onde che portano messaggi remoti, pensando a esseri pre-diluviani che camminavano su queste terre prime dell’avvento dell’Uomo. Nel guardare il mare che cede alla notte diventando un infinito manto oscuro, non c’è nulla di romantico, c’è solo la visione della bestia che dorme in attesa del risveglio.

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Jonatas Di Sabato

Giornalista, Anarchico, Essere Umano

Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno. L’artista polesano Piermaria Romani si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE
di Piermaria Romani


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