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25 Luglio 2016

Il gioco delle parti

Tempo di lettura: 2 minuti


da: Pietro Zappaterra

Una volta ti chiamavano “ compagno” con il “tu” e se non lo eri diventavi un “borghese”, poi “amico “ con il “ti”, poi “carissimo “, “gentilissimo “ con il Lei.
Una metamorfosi che va dal “Capitale” di K. Marx al pregresso naturalismo economico di A. Smith e successivi. In tale direzione si sono “evolute”, si fa per dire, le leggi sul lavoro, lo statuto dei lavoratori, le pensioni , la Costituzione , etc.
Parlano di imprenditoria ma la lasciano fare agli altri . Dicono che non esiste più il posto fisso e la stabilità di impiego ma non per loro tutti dediti a quelle certezze basate sulle incertezze e precarietà e sacrifici e versamenti altrui. Loro si fanno serenamente da parte, ci lasciano lavorare perché aspirano al posto o incarico nello Stato, banche, parastato, partito, sindacato, patronato , prete, soldato, etc.
Parlano di rischio di impresa , capitale a rischio: non il loro. Sono manager coi soldi degli altri, che bello, che hanno acquisito ricchezza e quando le cose vanno male loro non ci rimettono mai di tasca propria, per loro continua ad andare bene.
Caso recente quello di quelle banche e di quei bancari che si sono improvvisati banchieri e della loro nota “ mala gestio “ fatta sempre coi soldi e sacrifici degli altri e mai con i loro. Ci hanno rimesso solo gli onesti risparmiatori che ora, come non bastasse, sono sotto la scure del bail in. Loro non ci hanno rimesso nulla anzi hanno beneficiato e ne beneficiano.
Si sono ben garantiti ed intruppati e quando la barca sulla quale tutti navighiamo affonda lentamente loro stanno a guardare e danno il ritmo ed a noi tocca remare……Guardali bene in faccia, gli ridono gli occhi, sanno di conoscere bene conoscono bene le regole del gioco e si sentono giustamente superiori a te. A te che gridi, che scrivi ordini del giorno, che protesti, che chiedi il rinnovamento dei quadri dirigenti, che rifiuti, che t’agiti, che speri,
e alle spalle hai tanti sogni infranti… Loro hanno capito tutto.

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno. L’artista polesano Piermaria Romani si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE
di Piermaria Romani


Chi volesse chiedere informazioni sul nuovo progetto editoriale, può scrivere a: direttore@periscopionline.it