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da: organizzatori

Direttamente da Zoltan Istvan, futurista transumanista americano candidato alle presidenziali Usa (leader del movimento internazionale, celebre scrittore anche di fantascienza-Transhumanist Wager – collaboratore di Huffington Post e diverse altre testate del genere, segnalato anche sulla Stampa recentemente) l’eBook recente Futurismo Renaissance. Marinetti e le avanguardie virtuose (D EDitore di E. J, Pilia) a cura del futurista ferrarese Roby Guerra e del noto saggista del Mibact- Pierfranco Bruni- è significativamente segnalato per l’Italia e le news internazionali di Istvan accanto a Cina e Svizzera. Rimandando a una delle numerose recensioni (La NotiziaHRoma) sul libro elettonico stesso. Zoltan Istvan è anche tra gli autori, circa 50 per una ricognizione esauriente sulle nuove avanguardie. (Campa, Vaj, Saccoccio, Conte, Foschi, Battisti tra gli altri e anche alcuni di Ferrara, Barbieri, Gessi, Turra, Ferrante tra essi).
Guerra cosi commenta non senza smentire certa sua fama local di polemista: “sono stato nel maggio 2016 il primo forse a intervistarlo in Europa e in Italia (Meteoweb e poi rilanciata intervista in Usa stessi, hPLus magazine). Per l’eBook Istvan ha con grande gentilezza concesso un suo testo radicale sui rapporti tra Scienza e Religione, quest’ultime viste come il vero ostacolo epocale per fare emergere un mondo finalmente nuovo figlio dell’era della scienza, della tecnologia e di Internet, il nuovo e unico oggi credibile umanesimo scientifico alla base del transumanesimo fin da Julian Huxley e la scienza contemporanea. E questa segnalazione personaledi Istvan americana la dice lunga. Qua a Ferrara, tanto per provare certo provincialismo ideologico se non veline intenzionali assurde che spesso “denuncio”, ringrazio per Futurismo Renaissance le testate on line Estense com e Ferrara Italia per puntuali e oggettive segnalazioni… Ma si sappia che invece certa stampa cartacea local ha bellamente ignorato ripetute segnalazioni, anche editoriali e dei curatori, per questo libro digitale, segnalato già ampiamente dalla stampa italiana e ora persino in Usa”.

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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Francesco Monini
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