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Da: Ufficio Stampa Cinepark Group
Venerdì 19 Febbraio alle ore 20.30 su cinepark.tv viene presentato il documentario in prima visione assoluta “COLLECTIVE” di Alexander Nanau, in corsa per due premi Oscar. Collective (Colectiv) segue, con il ritmo di un thriller, un team di giornalisti in Romania nell’indagine su uno scandalo nazionale.
Al centro del film i fatti avvenuti nell’ottobre 2015, quando un grave incendio scoppiato al Club Colectiv di Bucarest (che non era a norma), durante un concerto, causa 27 morti e 180 feriti, ma di questi altri 33 ne moriranno nei giorni, e a volte nelle settimane successive negli ospedali. Una tragedia nazionale dovuta a una rete di corruzione, incompetenze e silenzi nella società e nella politica romena (il Ministro della salute, per lo scandalo, è stato costretto a dimettersi) che viene scoperto da un team di giornalisti investigativi guidato da Catalin Tolontan. Il loro straordinario lavoro d’inchiesta è stato seguito passo passo da Alexander Nanau, che ha iniziato il 2021 rifiutando la medaglia al Merito culturale assegnatagli dal presidente romeno Klaus Iohannis: un gesto di protesta del regista contro il mancato sostegno dell’industria cinematografica del Paese colpita dalla pandemia.
“Quanto accaduto al Colectiv mi sembrava riguardasse tutta la nazione – ha spiegato il cineasta -. Ci si stava rendendo conto che la corruzione non e’ solo un giro di soldi ma può uccidere”. Tra i protagonisti del film non fiction anche Camela Roiu, anestesista, fra i primi a rivelare cosa stesse succedendo negli ospedali; Tedy Ursuleanu che è fra i sopravvissuti all’incendio, per quanto ne porti i segni e Narcis Hogea, padre di una delle vittime poi morte in ospedale.
“Nelle prime settimane eravamo quasi ostili all’idea del documentario – ha detto Tolontan -. Ma poi abbiamo lavorato per un anno insieme ad Alexander e avevamo bisogno di parlare. Non siamo supereroi, siamo giornalisti che lavorano duramente ogni giorno. Nel mio Paese c’era una parte della stampa condizionata dal governo e una più libera, ed è quella che viene raccontata dal film”.
Questo “film non fiction”, che dalla sua anteprima alla Mostra del Cinema di Venezia nel 2019 ha collezionato vari premi nei festival internazionali, compreso quello come miglior documentario europeo agli Efa, mentre la Boston Society of Film Critics, il San Francisco Bay Area Film Critics Circle e la St. Louis Film Critics Association lo hanno premiato come miglior documentario, mentre la National Society of Film Critics come miglior film straniero.
Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.
Se già frequentate queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica dell’oggetto giornale [1], un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.
Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani. Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito. Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.
Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare il basso e l’altocontaminare di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta. Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle “cose che accadono” dentro e fuori di noi”, denunciare il vecchio che resiste e raccontare i germogli di nuovo, prendere parte per l’eguaglianza e contro la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo..
Con il quotidiano di ieri, così si dice, ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Tutto Periscopio è free, ogni nostro contenuto può essere scaricato liberamente. E non troverete, come è uso in quasi tutti i quotidiani, solo le prime tre righe dell’articolo in chiaro e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.
Sembra una frase retorica, ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni” . Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come quelli immateriali frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e ci piacerebbe cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e ogni violenza.
Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”, scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori) a tutti quelli che coltivano la curiosità, e non ai circoli degli specialisti, agli addetti ai lavori, agli intellettuali del vuoto e della chiacchera.
Periscopio è di proprietà di una S.r.l. con un azionariato diffuso e partecipato, garanzia di una gestitone collettiva e democratico del quotidiano. Si finanzia, quindi vive, grazie ai liberi contributi dei suoi lettori amici e sostenitori. Accetta e ospita sponsor ed inserzionisti solo socialmente, eticamente e culturalmente meritevoli.
Nato quasi otto anni fa con il nome ferraraitalia [2], Periscopio naviga già in mare aperto, rivolgendosi a un pubblico nazionale e non solo. Conta oggi 300.000 lettori in ogni parte d’Italia e vuole crescere e farsi conoscere. Dipenderà da chi lo scrive ma anche e soprattutto da chi lo legge e lo condivide con altri che ancora non lo conoscono. Per una volta, stare nella stessa barca può essere una avventura affascinante. Buona navigazione a tutti.
Francesco Monini
[1] La storia del giornale è piuttosto lunga. Il primo quotidiano della storia uscì a Lipsia, grande centro culturale e commerciale della Germania, nel 1660, con il titolo Leipziger Zeitung e il sottotitolo: Notizie fresche degli affari, della guerra e del mondo. Da allora ha cambiato molte facce, ha aggiunto pagine, foto, colori, infine è asceso al cielo del web. In quasi 363 anni di storia non sono mancate novità ed esperimenti, ma senza esagerare, perché “un quotidiano si occupa di notizie, non può confondersi con la letteratura”.
[2] Non ci dimentichiamo di Ferrara, la città che ospita la redazione e dove ogni giorno il giornale si confeziona. Così Ferraraitalia continua a vivere dentro Periscopio all’interno di una sezione speciale, una parte importante del tutto.
Chi volesse chiedere informazioni sul nuovo progetto editoriale, può scrivere a: direttore@periscopionline.it
L'INFORMAZIONE VERTICALE