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Un organismo di rappresentanza, consultivo e di monitoraggio finalizzato ad ampliare la conoscenza del mondo delle persone con disabilità, dei bisogni di cui sono portatrici assieme alle loro famiglie, e a favorirne l’integrazione col territorio.
Questo è il nuovo Comitato Sociale che CIDAS ha costituito ad Argenta, nei propri centri socio riabilitativi residenziale Fiorana e diurno Le Rose, con l’obiettivo che diventi un modello anche per altre strutture.
Frutto di un lavoro iniziato lo scorso anno e conclusosi nel dicembre 2021, il Comitato è composto da rappresentanti di familiari e di ospiti dei centri, del Comune di Argenta, di ASP Eppi Manica Salvatori, dell’Unione dei Comuni della Bassa Romagna, dell’Unità Operativa Disabilità Adulti di AUSL Ferrara e del Settore Disabilità e Psichiatria di CIDAS.
”Ci siamo impegnati per ripensare questo organismo – ha spiegato Simonetta Botti, responsabile del settore Disabilità e Psichiatria di CIDAS – convinti che possa promuovere fattivamente la partecipazione dei soggetti coinvolti e delle loro famiglie nella vita dei servizi e nei processi di cura. Questo è possibile incentivando l’integrazione e offrendo alle persone con disabilità inserite nei nostri centri opportunità di radicamento nel tessuto sociale. Puntiamo inoltre a dare alla comunità locale occasioni di prossimità con ospiti e familiari, oltre che con le loro istanze, promuovendo attività comuni e momenti di educazione all’accoglienza. Ciò anche in attuazione delle norme UNI 11010 e della Convenzione ONU dei Diritti delle persone con disabilità, che incentiva la loro partecipazione alla co-costruzione del progetto di vita di ciascuno e il loro diritto di piena cittadinanza. Ci sembra importante fare riconoscere le persone disabili come risorsa del e nel territorio”.
A partire da questa collaborazione, sarà possibile attivare l’intervento di realtà del territorio che afferiscono all’ambito del volontariato, alle scuole o a specifici progetti.
Il Comitato resta in carica tre anni e si riunisce almeno due volte all’anno. Nel primo incontro che si è svolto a dicembre, sono stati ascoltati e raccolti i bisogni delle famiglie e del rappresentante degli ospiti, che ruoterà nei prossimi appuntamenti. Ci si è inoltre confrontati sul progetto a sostegno dei caregiver presentato ad ASP Eppi Manica, che vedrà coinvolte le famiglie e gli operatori in proposte per il territorio, volte a sostenere le famiglie nel percorso di autonomizzazione delle ragazze e dei ragazzi disabili.
Il Comitato Sociale appena nato si è già confermato uno momento di utile scambio tra diverse realtà istituzionali e dei servizi che grazie all’esperienza di Argenta potrà essere replicato anche in altri territori.

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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