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Fra meno di due giorni il Brasile – lo stato grande come un continente – saprà il suo futuro. Il ballottaggio tra Luiz Inacio Lula da Silva, il leader storico delle tante Sinistre presenti nel paese e Jair Bolsonaro, presidente uscente e campione della Destra autoritaria e tradizionalista, non è una semplice elezione presidenziale. Domenica 30 ottobre, i 156 milioni di brasiliani chiamati al voto (in Brasile il voto è obbligatorio) dovranno decidere tra bianco e nero, tra un Brasile che attenua le enormi diseguaglianze sociali e un Brasile comandato dai grandi latifondisti, dal blocco finanziario e dalle potenti multinazionali, soprattutto americane, da decenni insediate nel paese.
Gli ultimi sondaggi danno i due contendenti alla pari, o comunque divisi da una forbice percentuale irrilevante. Si prevede quindi una vittoria al fotofinish. Da qui il clima di attesa, la tensione e la paura che scorre nelle vene del Brasile – paese guida di tutta l’America Latina.
Per chi non è mai stato in Brasile è difficile capire come in quel “continente” ogni manifestazione, individuale e collettiva, assuma un carattere tutto particolare… grandioso, passionale, musicale: Maravilha. Una campagna elettorale per esempio. Pensate alla noia mortale della nostra ultima italiana. E prima di proseguire la lettura, guardate cosa è successo una ventina di giorni fa a Salvador de Bahia, la città nera, l’antica capitale del Brasile.
Carnevale popolare della speranza con Lula a Salvador (ottobre 2022)
Oppure guardate e ascoltate l’inno che un gruppo di artisti petisti hanno creato per sostenere la campagna di Ignazio Lula da Silva.
Vou pedir pra voce votar (Lula, 2022)
Un corteo elettorale che sembra una sfilata di Carnevale, un inno elettorale da cantare e da ballare: Il Brasile fa meraviglia ma nulla toglie alla drammaticità del momento. Si aspetta, si ride, si scherza. E si prega.
Ho chiesto a Mauro Furlan, un amico nato a Treviso, ma carioca (abitante di Rio de Janeiro) da vent’anni, operatore socio educativo con gli adolescenti, di tracciare per i lettori di Periscopio un quadro sintetico della situazione. Lascio a lui la parola.
Francesco Monini
Sono in Brasile da 20 anni e questa è la sesta elezione a cui assisto. Scrivo questo breve articolo a due giorni dal ballottaggio per le elezioni presidenziali. Si potrebbero scrivere fiumi di parole, io mi limito ad alcuni cenni che presentano le forze e i fattori in campo e fanno forse capire il complesso e drammatico appuntamento a cui è chiamato il popolo brasiliano.
1 Bipolarismo
Queste elezioni sono diverse dalle altre, per la tensione, il bipolarismo portato agli estremi limiti che ha come conseguenza la divisione tra persone, che arriva all’odio anche tra persone della stessa famiglia. Mai si è visto un odio che divide le persone, o sei con me o contro di me. Questo clima è cominciato 4 anni fa e in questi ultimi mesi si è esasperato. Non sono idee, non è dialogo, ma odio, l’altro è il nemico e il male.
2 Chiese evangeliche
Bolsonaro è riuscito ad avere non solo la forza dell’esercito, della bancada militarista, della bancada degli allevatori, ma soprattutto l’appoggio delle chiese evangeliche che si sono schierate con Bolsonaro appoggiando con tutti i mezzi la sua elezione. Le chiese Evangeliche si sono rivelate una forza grande, con un potere di aggregare enorme, e tutti i pastori agendo in unisono e diffondendo capillarmente notizie prodotte per la macchina bolsonarista stanno facendo la differenza in questa elezione. Senza questo numero alto della popolazione brasiliana apertamente defendendo bolsonaro per lui sarebbe impossibile vincere. La chiesa cattolica praticamente muta, anzi paurosa, minacciata e con un passo indietro.
3 Dio patria e famiglia
Con il motto “Il Brasile in cima a tutto e Dio in cima di tutti” e con una chiara posizione tradizionale, una visione di destra e cavalcando la lotta contro la droga, la lotta contro l´aborto, la difesa della possibilità di avere armi, la lotta contro la ideologia di genere e la lotta alla corruzione Bolsonaro riesce a riunire molte persone che percepiscono questi valori importanti e che sono opposti alla ideologia della sinistra (che lui dice del comunismo) .
4 Gli alleati di Lula
Lula é riuscito ad avere come alleati i rappresentati della terza via che hanno perso al primo turno (Ciro Gomes e Tebet) oltre ad Alckmin che si è alleato fin dall’ inizio. Lula attira oltre al PT anche tutti i partiti che difendono la democrazia, anche se non sono d’accordo con Lula, ma che ritengono Bolsonaro una tragedia per la democrazia. La cultura con grandi nomi della musica e del mondo artistico per la maggioranza si é mossa in difesa di Lula. La difesa della democrazia, della Amazzonia e la capacità di dialogare internazionalmente, della difesa del sistema di protezione sociale e del combattere la povertà sono le bandiere usate.
5 la macchina delle fake news
Bolsonaro ha messo in piedi in questi 4 anni una macchina di comunicazione capillare di diffusione delle proprie idee e anche di messaggi falsi e montati a seconda del pubblico. Questo sistema capillare e moltiplicato nelle varie reti e sistemi ha creato una confusione e non si riesce neanche a scoprire quello che è vero e falso. Bolsonaro ha creato una forte narrativa contro la corruzione di Lula e del Pt molto forte e convincente.
6 Lo zoccolo duro del bolso
Tutte le ricerche di mercato hanno confermato che in Brasile il 30% della popolazione è bolsonarista alla radice, cioè difende Bolsonaro a tutti i costi e una parte di questi difende la dittatura e vuole occupare il potere anche in modo violento. Su questa parte della popolazione del Brasile che ha trovato voce in Bolsonaro si deve fare una analisi profonda, visto che riunisce varie posizioni e idee agglutinate dalla sua figura.
7 Deputati e senatori
Le elezioni di deputati e senatori sia a livello federale sia a livello statale realizzate nel primo turno sono state un successo di Bolsonaro, eleggendo la maggioranza di questi tra le file del partito di Bolsonaro e dei suoi alleati. Questo significa che se anche Lula vincesse sarà molto duro governare perché la base di governo non appoggerà il presidente e il suo potere esecutivo. Se vincesse Bolsonaro sarebbe un disastro totale per la difesa dei diritti, sarà porta aperta alla totale liberalizzazione delle ditte parastatali, un passo indietro per tutto il sistema delle garanzie sociali.
8 Previsioni
A due giorni delle elezioni le agenzie di previsione dicono che Lula ha il 52% e Bolsonaro ha il 47%. Ma non possiamo confidare in questi numeri perché ancora non si capisce quanto sarà l’astensione, anche se in Brasile votare è obbligatorio, ma in molti stati non ci sarà il ballottaggio di governatori e quindi un motivo in meno per non andare a votare. Il voto bianco o nullo che é possibile sembra al 7%, ma queste sono solo previsioni, stime. Domenica sapremo la verità. In tutti i casi che vinca Lula o Bolsonaro saranno anni difficili, per la crisi e per le paure e minacce che stanno all´orizzonte.
Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.
Se già frequentate queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica dell’oggetto giornale [1], un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.
Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani. Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito. Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.
Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare il basso e l’altocontaminare di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta. Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle “cose che accadono” dentro e fuori di noi”, denunciare il vecchio che resiste e raccontare i germogli di nuovo, prendere parte per l’eguaglianza e contro la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo..
Con il quotidiano di ieri, così si dice, ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Tutto Periscopio è free, ogni nostro contenuto può essere scaricato liberamente. E non troverete, come è uso in quasi tutti i quotidiani, solo le prime tre righe dell’articolo in chiaro e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.
Sembra una frase retorica, ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni” . Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come quelli immateriali frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e ci piacerebbe cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e ogni violenza.
Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”, scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori) a tutti quelli che coltivano la curiosità, e non ai circoli degli specialisti, agli addetti ai lavori, agli intellettuali del vuoto e della chiacchera.
Periscopio è di proprietà di una S.r.l. con un azionariato diffuso e partecipato, garanzia di una gestitone collettiva e democratico del quotidiano. Si finanzia, quindi vive, grazie ai liberi contributi dei suoi lettori amici e sostenitori. Accetta e ospita sponsor ed inserzionisti solo socialmente, eticamente e culturalmente meritevoli.
Nato quasi otto anni fa con il nome ferraraitalia [2], Periscopio naviga già in mare aperto, rivolgendosi a un pubblico nazionale e non solo. Conta oggi 300.000 lettori in ogni parte d’Italia e vuole crescere e farsi conoscere. Dipenderà da chi lo scrive ma anche e soprattutto da chi lo legge e lo condivide con altri che ancora non lo conoscono. Per una volta, stare nella stessa barca può essere una avventura affascinante. Buona navigazione a tutti.
Francesco Monini
[1] La storia del giornale è piuttosto lunga. Il primo quotidiano della storia uscì a Lipsia, grande centro culturale e commerciale della Germania, nel 1660, con il titolo Leipziger Zeitung e il sottotitolo: Notizie fresche degli affari, della guerra e del mondo. Da allora ha cambiato molte facce, ha aggiunto pagine, foto, colori, infine è asceso al cielo del web. In quasi 363 anni di storia non sono mancate novità ed esperimenti, ma senza esagerare, perché “un quotidiano si occupa di notizie, non può confondersi con la letteratura”.
[2] Non ci dimentichiamo di Ferrara, la città che ospita la redazione e dove ogni giorno il giornale si confeziona. Così Ferraraitalia continua a vivere dentro Periscopio all’interno di una sezione speciale, una parte importante del tutto.
Chi volesse chiedere informazioni sul nuovo progetto editoriale, può scrivere a: direttore@periscopionline.it
L'INFORMAZIONE VERTICALE