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da: ufficio stampa Cia Ferrara

Cia Ferrara ha lanciato a Expo il nuovo distretto del biologico e c’è già molto interesse da parte di aziende e amministrazioni pubbliche. L’idea è sempre più vicina a diventerà un progetto concreto e realizzabile

L’idea di creare un Biodistretto del Delta è stata lanciata da Cia Ferrara ad Expo solo poche settimane fa ed ha già convinto molti amministratori di enti pubblici del territorio. Il progetto, pensato da Stefano Calderoni, presidente provinciale di Cia Ferrara, prevede la creazione di una vera e propria “rete distrettuale” che inizia con la produzione biologica e ha dunque come fulcro il valore dell’agricoltura e dei produttori del territorio, ma coinvolge le amministrazioni pubbliche e gli operatori turistici, fino al consumatore. Il Delta, già riconosciuto Patrimonio dell’Umanità Unesco e dopo aver ricevuto il prestigioso Mab (Man and the Biosfere) sempre dall’Unesco si candida dunque a diventare uno dei più importanti distretti di produzione biologica in Italia.
«Le carte in regola ci sono tutte – spiega l’ideatore del progetto Stefano Calderoni – perché il territorio del Delta ha un patrimonio rurale e di biodiversità che è unico. Questo, posso dirlo con certezza, grazie anche alle aziende agricole del territorio. L’agroalimentare è uno strumento di biodiversità, perché contribuisce a proteggerla e dunque i riconoscimenti ricevuti dall’Unesco sono certamente anche merito di un’agricoltura che ha saputo preservare e valorizzare nel corso degli anni. Ma questo è solo un importantissimo punto di partenza. Da qui bisogna iniziare a lavorare per creare una rete del biologico che caratterizzi non solo le aziende agricole ma l’intero indotto, da quello turistico-ricettivo a quello dei consumatori e delle famiglie. Penso – continua Calderoni – a produttori che si impegnano a seguire delle vere e proprie best practice legate alla sostenibilità, creando una filiera virtuosa e certificata. Penso anche a mense scolastiche che utilizzano prodotti biologici di una filiera cortissima e ad albergatori, ristoratori e stabilimenti balneari che non si affidano più a fornitori esterni ma utilizzano prodotti del loro distretto biologico. Questo, insieme a una maggiore attenzione per temi come la raccolta differenziata e la lotta allo spreco di materiali e il loro riutilizzo contribuirà certamente a un impatto ambientale minore e ad una ulteriore azione di salvaguardia del territorio.
Ovviamente tutto questo sarà possibile solo a certe condizioni, prima fra tutte quella di avere una stretta collaborazione tra tutti i soggetti interessati. La sfida degli agricoltori sarà quel garantire le forniture, pianificando le produzioni in base alle esigenze della filiera e alle richieste di mercato. Uno sforzo logistico che siamo pronti ad assumerci perché crediamo fortemente nel progetto.
Inoltre – conclude Calderoni – come rete economica innovativa potremo anche accedere a contributi messi a disposizione dalla Comunità Europea per la promozione e lo sviluppo. Il nostro progetto, se condiviso e partecipato, potrebbe dunque portare il Delta ad ottenere un ulteriore riconoscimento d’eccellenza e unicità.»

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CIA FERRARA


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

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Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

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