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da: silvia bottoni

“Non hai tenuto conto degli zombie”, il nuovo lavoro di Leonardo Veronesi

Uscirà il 6 novembre 2015 su iTunes, in tutte le piattaforme digitali e nei negozi di dischi, distribuito in tutta Italia da Self- Saifam Group “NON HAI TENUTO CONTO DEGLI ZOMBIE ” il nuovo lavoro di Leonardo Veronesi pubblicato con l’etichetta Jaywork di Paolo Martorana e Luca Facchini prodotto e arrangiato da Leonardo Veronesi e Francesco Cairo. Hanno suonato:
Andrea Polidori (batteria e arrangiamenti parti ritmiche) Valentino Fuschini(chitarra acustica) Beppe di Marco(basso) Mauro Formica (basso) Francesco Cairo(tastiere, editing,programmazione, cori) Leonardo Veronesi (voci, cori, chitarre acustiche ed elettriche, ukulele e tastiere)
Mirko Guerra (cori). Mixaggio e masterizzazione: Davide Viviani.
A Ferrara sarà presentato il 28 novembre 2015 alla libreria La Feltrinelli dove lo si potrà trovare unitamente al negozio Pistelli Bartolucci. Dopo gli album UNO (2008) e DOMANDARIO (2011) L’ANARCHIA DELLA RAGIONE (2013) l’autore ritorna sulla scena musicale con un album che segna una tappa molto importante nel suo percorso artistico. Alla base del progetto c’è il tentativo di ricercare un linguaggio nuovo ed uno stile più personale, fondendo elementi quotidiani con il mondo interiore dell’autore. C’è un avvicinamento ad aspetti più emozionali, la volontà di allontanarsi dal rock esterofilo per concentrarsi più sulle nostre radici musicali creando arrangiamenti originali e moderni nelle sonorità e nel rirmo. L’album parte con NON HAI TENUTO CONTO DEGLI ZOMBIE (singolo uscito il 6 settembre 2015 insieme al videoclip ufficiale, regia di Nicola Scarpante ).
Il brano rispecchia in pieno lo stile di Veronesi il quale ha voluto focalizzare il suo punto di vista sulla realtà circostante prendendo spunto dagli zombie, che in questo contesto rappresentano l’imprevisto, sono l’irrazionale che sovverte gli schemi, sono la paura del nuovo, sono tutto ciò che sfugge al nostro controllo e sono al tempo stesso l’umanità che ci circonda perché non c’è più un confine netto tra noi e gli zombie. Abituati a sentirci sicuri nelle nostre casette per quanto cerchiamo di proteggerci con sistemi di sicurezza c’è sempre un margine di rischio che ci lascia impotenti in balia degli eventi. Veronesi in modo ironico canta un quotidiano che per quanto rientri in uno schema di normalità ha sempre un margine di imprevedibilità, qualcosa che non si riesce a valutare, qualcosa che sfugge al nostro controllo………l’arrivo degli zombie appunto.!
Al tempo stesso siamo tutti talmente fuori controllo che finiamo per essere anche noi stessi zombie in una società sempre più conflittuale, litigiosa ma anche lobotomizzata dai media che creano un appiattimento mentale e uno stato di pensiero catatonico alla zombie.
PRECARIO indica la precarietà che contraddistingue i tempi in cui viviamo. La vita sembra diventata un ring pugilistico in cui è sempre più faticoso tenersi al riparo da scontri verbali, fisici e niente è più duraturo. Faticosamente si vive un presente in cui sentimenti, equilibri, lavoro, politica, religione, salute, conto in banca, pensieri sono precari e anche il futuro è visto come una salvezza precaria (contestualmente all’album uscirà anche il videoclip ufficiale di questo brano sempre con la regia di Nicola Scarpante).
MI VIENE SEMPRE IN MENTE DOPO trasporta l’ascoltatore in una dimensione intimista e quasi onirica. L’autore vuole evidenziare la condizione di essere FUORI TEMPO: non riuscire ad avere risposte pronte per fronteggiare il quotidiano nei rapporti lavorativi e interpersonali, dimenticarsi ciò che si vorrebbe dire nei momenti importanti. Sentire quella condizione di disagio che fa ripiegare in se stessi tanto ormai le cose sono accadute e si possono solo rivedere e ripensare nel proprio immaginario. E’ una ballade molto poetica che riporta ad un pensiero rarefatto che si scioglie in una musicalità dirompente.
LORENZA è un divertissment, una canzone allegra sull’invidia di ciò che gli altri possiedono e che sembra sempre più bello di quanto abbiamo noi. Una ragazza diversa sarà migliore o peggiore di quella attuale? Quando si esaminano le situazioni da lontano possono sembrare idilliache ma poi Lorenza o Francesca inserite nel nostro quotidiano ognuna con propri pregi e difetti non fanno una grande differenza.
LIBERO in questo brano ci si chiede quale sia il vero concetto di libertà, quali siano i confini della libertà nostra e degli altri, se esiste davvero una libertà libera di volare e di superare barriere mentali e fisiche. Ci si interroga sul perché tutti cerchiamo di sentirci totalmente liberi per poi venire risucchiati in vincoli, legami e obblighi come per cercare una protezione alla nostra paura di esprimere veramente noi stessi.
PARADOSSALE è uno spaccato dei continui paradossi sociali. E’ il brano del NON E’ POSSIBILE che proprio certe persone ricoprano certi ruoli di responsabilità senza avere merito. Tutto è paradossale in questa società anche che tutto vada male e che sembri normale. Ormai siamo arrivati ad un livello di accettazione …….inaccettabile!
T’INVAGHIRAI è una analisi dei ruoli e del peso sociale che questi comportano nei rapporti umani fino al punto che non interessa più la persona ma il ruolo sociale che questa ricopre e ogni scelta viene condizionata da fini utilitaristici facendo perdere di vista i sentimenti e le emozioni.
LA BALLATA SENSUALE è un brano molto teatrale che richiama un cantautorato di spessore proprio per la dissacrante modalità con cui si parla di sesso confuso spesso con la sensualità ben più intelligente e intrigante che amplifica i nostri sensi e rende più interessanti e meno immediati. Un po’ come il gioco del non scoprirsi mai fino in fondo, un chiaro scuro che richiama alla luce sfumature che si perdono nel bombardamento quotidiano di immagini che non lasciano più spazio alla nostra immaginazione e non ispirano il mondo interiore.
BELLA è un brano dolce dedicato ad una donna immaginaria e reale che sublima la bellezza femminile. Non quella ostentata ma quella che si crea da uno scambio continuo di vita. Bella è la donna dei propri sogni che si materializza come un pensiero mai pensato, bella è la luce che ti appare e ti fa vedere quel qualcosa di non contemplato e improvvisamente inaspettato.
PROFONDO è una analisi sulla profondità delle cose. Ormai non si usa più pensare prima di parlare e di scrivere perché siamo tutti schiavi di una superficialità di pensiero che non porta a riflettere come se fosse pericoloso addentrarsi nella nostra e altrui interiorità.
IL TUO CULO è una dedica originale. Un complimento atipico. Un gesto d’amore apparentemente irriverente ma sentito e autentico. Una poesia dedicata ad una parte del corpo che fa parte dell’immaginario maschile ma che per pudore non si cita. E’ un continuo rimando a paragoni allegri e surreali che riportano questa parte del corpo ad una dolcezza quasi poetica.
NON C’ENTRA NIENTE è un altro brano dove si affrontano i sentimenti in modo non convenzionale con la consueta ironia di Veronesi. L’inquilino abusivo di un cuore è una scherzosa definizione di una situazione in cui molti si possono trovare nella vita proprio per la complessità del vivere sentimenti e condizioni.
Un album moderno e classico allo stesso tempo, molto curato negli arrangiamenti che passa in modo trasversale dal cantautorato al pop senza seguire schemi prestabiliti e mode ma con il fine unico di creare un dialogo reale tra testi e musiche.
LEONARDO VERONESI
Leonardo Veronesi ha iniziato la sua carriera come cantante di cover band nel 1997 fino al 2000, anno in cui si stacca dai gruppi per proseguire come solista e autore.
Dopo aver pubblicato alcuni singoli e scritto alcune sigle televisive, nel 2008 esce il suo primo album Uno prodotto con Paolo Martorana. Nel 2011 è ritornato con Domandario prodotto con Paolo Valli e il 9 luglio 2013 è stato presentato il suo terzo album L’anarchia della ragione prodotto con Nicola Scarpante.
Ha partecipato al 53° Zecchino d’Oro come autore con il brano I suoni delle cose ed è arrivato al terzo posto del 55° Zecchino d’Oro come autore del brano Il blues del manichino (di questo brano è stata registrata una versione spagnola interpretata da Carmen Gonzalez Aranda.
Nel 2014 scrive e realizza 3 brani nel nuovo album di Frenk Nelli. Sempre nel 2014 ha scritto il brano Quel che non c’era interpretato da War-K, uscito come singolo su iTunes e in tutti i principali store digitali. Lo stesso brano è stato tradotto in spagnolo e cantato al Festival Armonia in Spagna. Nell’estate 2014 viene pubblicato contemporaneamente in Italia ed in Spagna un suo brano intitolato Acqua (Agua) cantato da Carmen Gonzalez Aranda. A dicembre 2014 esce Il colore Giallo, brano scritto da Leonardo Veronesi ed interpretato da Enrica Bee, inserito nella colonna sonora dell’ultimo film di Marco Lui John, il segreto per conquistare una ragazza. Sempre in Dicembre 2014 ha presentato il videoclip ufficiale “Segreti” tratto dal brano omonimo contenuto nell’album L’Anarchia della Ragione”. In Settembre 2015 è uscito il suo nuovo singolo “Non hai tenuto conto degli zombie” e il videoclip ufficiale del brano che hanno anticipato l’uscita del suo quarto album dall’omonimo titolo. E’ iniziato il suo nuovo progetto di live tour che lo vedrà collaborare oltre che che con i musicisti che lo accompagnano da sempre (Valentino Fuschini, Andrea Polidori, Stefano Peretto, Beppe di Marco, Ettore Poggipollini) anche con i Kozmic Floor (Silvia Zaniboni, Filippo Dallamagnana, Michele Dallamangna).

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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Francesco Monini
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