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da: Stefania Agarossi, Candidata Sindaco per Sant’Agostino, Lista Civica Valore e Rispetto

La prima regola del politico è: se sei in difficoltà, non rispondere alle domande che non ti piacciono e sposta l’attenzione su altro. Toselli in questo è un grande maestro. Ma questa volta non attacca.
L’uscente sindaco dice di non aver paura di confrontarsi con gli altri candidati perché negli ultimi due anni (ma non dovrebbero essere 5?) si è confrontato con la cittadinanza. Inesistente il nesso con la richiesta di un semplice confronto di fronte ai propri cittadini per aiutarli a scegliersi meglio e più consapevolmente il prossimo sindaco. Quale occasione migliore, per Toselli, per dimostrare a tutti quanto è meglio rispetto agli altri? E i giorni per organizzare la cosa, a 14 giorni dalle elezioni, c’erano. E lui lo sa. Un mediatore, 3 sedie, 4 microfoni, 5 domande sulle rispettive idee in merito a: Tasse, Ricostruzione, Servizi, Ripresa economica, Sicurezza del Territorio. Sala Bonzagni, una piazza, un parco. Scommetto la gente sarebbe pronta a rimanere in piedi per tutto il tempo (come agli aperitivi).

Ho stravolto le sue risposte? Non è vero, una sala gremita di persone e giornalisti presenti lo possono confermare. E nessuno ha diffuso informazioni “anche sbagliate”: tutto è scritto, provato dai documenti, dai fatti. Prendiamo ad esempio il caso della costruzione del nuovo Asilo Nido: dato mesi fa come progetto imminente davanti ad una folta rappresentanza dei sindaci Piemontesi e di noi cittadini. Ora invece sul programma di Toselli, nel capitolo iniziale dedicato alla Ricostruzione, l’asilo nido è semplicemente assente. Di lui solo un breve accenno al capitolo Infanzia, nella forma di una futura possibilità: “È nostra intenzione, vista la raccolta fondi dei comuni della provincia di Torino, pensare alla loro adeguata valorizzazione nell’ambito del nido d’infanzia di Sant’Agostino fino a arrivare a considerare la realizzazione di una nuova struttura”. Lo ha scritto lui, non io.

Sulle tasse Toselli ribatte che le nostre continueranno a essere le più basse della provincia. Questo però non significa che non verranno aumentate per tutto il 2014 e 2015, come definito da lui stesso a ottobre 2013 nel bilancio di Previsione 2013

E passiamo alla mia richiesta della lista delle destinazione delle donazioni per i terremotati: Toselli ha detto che i soldi sono stati investiti secondo le finalità indicate attraverso delibere di giunta. Bene, e che allora pubblichi l’elenco di tutte le delibere di giunta che trattano l’utilizzo delle donazioni pro terremoto, sia quelle destinate specificatamente alle scuole, sia quelle sotto la denominazione “ generico a favore popolazione”. Perché faccio fatica a pensare che sia stata rispettata sempre la volontà del donatore, quando le donazioni sono state utilizzate per pagare le “spese cerimonia inaugurazione scuole medie” (8.687,00 euro), i noleggi di impianti audio e video per parlare alla popolazione, l’affitto per una sede decentrata del Municipio in realtà poco utilizzata, un contributo per viaggio e trasferta per andare a ritirare un premio a Roma.

E passiamo al Tendone bianco a San Carlo: Toselli non ha risposto sul perché il Comune, cioè noi, dobbiamo pagare un debito di 70.000 e oltre euro a Eurotend per il noleggio di un tendone che poteva essere smontato e restituito mesi fa nel momento in cui i bambini di asilo e doposcuola si sono trasferiti nei moduli messi a disposizione dalla Regione medesima in via Fermi. Tuttavia annuncia che la Regione ha dato parere favorevole alla richiesta di un contributo che consentirà di acquisire questo spazio. Domanda: quale spazio? Il tendone o il terreno del privato sul quale è ubicato. E poi è proprio una priorità l’acquisto di questo tendone e/o spazio che costa più di 100.000 euro? E perché comprarlo quando abbiamo un Palareno da utilizzare per le manifestazioni, e a breve un nuovo Centro Civico in piazza a San Carlo con saletta riunioni e conferenze? In realtà esiste già uno spazio che può ospitare la popolazione in caso di eventi a San Carlo: la sede della Filarmonica. Edificio che necessita con estrema urgenza di manutenzione straordinaria. Perché quindi non investire i nostri soldi nella ristrutturazione di uno spazio già esistente, in muratura, di proprietà del comune, che può essere utilizzato tutto l’anno? Notata poi senza appello l’assenza totale di risposta in merito alla perdita della donazione per la messa in sicurezza della Curva Matteuzzi, concludo con una mia personale riflessione. In campagna elettorale, è vero, bisogna esporre il proprio programma e progetto. E noi, come squadra, lo stiamo facendo. Da inizio aprile. Con un sito, fb, incontri, volantini, sulla stampa, in mezzo alla gente. E senza sparlare dei programmi degli altri.
Il nostro programma e progetto si basa tuttavia sul valore forse il più importante e disatteso nell’ambito dell’Amministrazione Pubblica: la difesa a spada tratta del sacrosanto diritto di ogni cittadino ad una corretta e completa informazione su come, dove e perchè vengono spesi i suoi soldi. E la difesa a spada tratta del sacrosanto dovere di un amministratore di rendere conto del proprio operato, sempre e comunque, senza offendersi e senza sottrarsi alle proprie responsabilità e scelte. Specie se si sta ricandidando per il secondo mandato.

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Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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