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È un’intera categoria professionale che lancia oggi il proprio messaggio, a supporto del comparto montano italiano: i maestri di sci, snowboard e fondo tornano ad operare su tutto il territorio nazionale e ad avvicinare i tanti appassionati agli sport all’aria aperta e alla bellezza delle Alpi e degli Appennini
Con la collaborazione della FISI, Federazione Italiana Sport Invernali, gli oltre 15.000 Professionisti della neve, insieme alle 400 Scuole Italiane Sci e Snowboard guidati dal Collegio Nazionale dei maestri di sci italiani e dall’Associazione Maestri di sci italiani, (organi di governo della categoria) alla testa di un settore che genera un volume d’affari di 150 milioni di euro annui – mai come oggi si sentono responsabilmente coinvolti per quella che rappresenta la stagione invernale della “ripartenza”, con il ritorno in pista di sciatori, fondisti e snowboarder amatoriali, delle famiglie, dei bambini che rappresentano il futuro degli sport invernali.
Dopo l’importante firma apposta a fine settembre sul Protocollo da parte di FISI, Col.Naz., AMSI, ANEF e Federfuni Italia per la riapertura delle aree sciistiche e utilizzo degli impianti di risalita, da oggi e per tutta la stagione invernale 2021-2022 la Scuola Italiana Sci parlerà al pubblico della neve attraverso il claim “Con Noi è Facile!”. Si tratterà di una campagna promozionale multicanale, come mai prima d’ora i professionisti dell’insegnamento degli sport di montagna avevano messo in campo. Attraverso tutti i media: stampa, radio, tv e social network, la Scuola Italiana Sci intende contribuire a trasmettere al
pubblico più vasto l’importanza di tornare in montagna e tornare a praticare gli sport di montagna, naturalmente nella massima sicurezza e nel pieno rispetto delle normative nazionali, ma con la consapevolezza che dopo una stagione di black-out, finalmente tutto è pronto per la riapertura. Che è essenziale, perché dall’attività sportiva deriva l’indotto che coinvolge: impiantisti, ristoratori, albergatori, e tutto il resto di un comparto economico che vale circa 12 miliardi di euro e garantisce lavoro a 120.000 persone. E una volta di più, è indispensabile ribadire che il lavoro di base, effettuato dai maestri con i
più piccoli, rappresenta il primo approccio allo sport di montagna, che spesso si trasforma in una passione, che cresce con il passare degli anni, fino a diventare un lavoro: sia per i maestri che operano nelle Scuole, come per i maestri allenatori di vario livello, fino ad arrivare agli atleti e ai campioni più blasonati. Tutti hanno mosso i primi passi grazie a un maestro di sci e a una scuola, perché possiamo dire che le Scuole di sci italiane sono la culla dei Nostri grandi campioni.

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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