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Da: Roberto Guerra, futurista, Direttivo GOL

Lo scorso 25 1, sulla stampa local, un elzeviro rivelatore del conformismo culturale che caratterizza certa Intellighenzia che caratterizza Ferrara supposta città d’arte. Sempre in nome del politicamente corretto, della guerra ideologica scatenata dalla fu sinistra in dissoluzione anche a Ferrara contro il Sovranismo vincente, nelle solite lezioni di chi vive per la dialettica solo come verità dogmatica e nei fatti antidemocratica (la cultura solo a sinistra, la destra sempre e solo un pericolo per la Costituzione, ignorante e razzista) ora nel tritacarne specifico di Diego Marani il bersaglio è Lino Banfi.

Diego Marani (scrive sulla “Vecchia” Ferrara), si sa, noto scrittore di fine novecento e di fama, sopravvalutata ma altra questione…, da sempre è un indefesso Europeista, qualunque divenire storico dimostri il fallimento di questa Unione Europea, come le cronache evidenziano impietosamente: passi che anche la sua fama di scrittore dipende certamente da certo suo storico sponsor proprio europeo, da anni ci lavora anche a Bruxelles, ma che Lino Banfi ora, come scrive, sia un sintomo del degrado e dell’odio della cultura dell’attuale governo giallo-verde, la dice lunga sul livello ai minimi termini dell’intelligenza cognitiva che sta inghiottendo come un Moloch le sinapsi e i neuroni della solita veterointellighenzia radical chic.

Lo Psicoreato di Lino Banfi, onesto bravo professionista nel suo campo, il cinema neopopolare italiano ma anche attore televisivo di buona produzione commerciale, è lesa maestà a entità evidentemente Sacre come l’Unesco: l’hanno fatto – il Nuovo Governo- Lino Banfi più o meno portavoce, ambasciatore Unesco! Marani è soggetto che crede nella sacra inviolabilità appunto di entità quali l’Unesco, oltre che l’Unione Europea e magari anche l’Onu, entità che nei fatti, al di là, delle loro grandi astrazioni e potenzialità da decenni e decenni, esprimono proprio le stesse ambiguità e contraddizioni: carrozzoni sintomo proprio del fallimento del modello globale e multietnico dominante in Occidente con i risultati sotto gli occhi di tutti di un Occidente, questo si.., in crisi strutturale e inoltre sempre più contestato – questo Occidente- dai popoli europei, dal sovranismo vincente oggi in Italia.

Marani scrive che Lino BANFI nell’Unesco è esempio di pura ignoranza e distruzione della cultura (deve essere una fissazione a Ferrara, più o meno, un giornalista ha scritto cose analoghe recentemente contro Sgarbi reo – bloccando via Ministro! il progetto di riqualificazione del Palazzo dei Diamanti- di distruggere il Modello Ferrara se non la Nazione intera!).

Marani offende Lino Banfi attaccandolo come Attore per i suoi film con Edwige Fenech (peccato che un certo Tarantino tempo fa – Biennale del Cinema Venezia – abbia candidamente dichiarato- a domanda precisa sul cinema italiano- che quei film sono i suoi preferiti… non certo Olmi o Taviani…), proclamandosi quindi esperto cinefilo, naturalmente ostile al cinema popolare, vera arroganza intellettuale: per coerenza probabilmente anche Fantozzi con la sua famosa “la Corazzata Potemkin è una boiata pazzesca” è roba solo da ignoranti e villani del popolo (Che direbbe lo stesso Gramsci, o anche Umberto Eco che scrisse saggi anche sui Puffi cartoni animati?). Marani poi elabora il suo scandalo.. con una analisi storica più originale di un porno film: tale degrado della Cultura ha origine con il berlusconismo (colpa sua… Marani ha scritto cose del genere, anche il bullismo e magari i femminicidi), insomma le tette non solo della Fenech ma anche di Drive In e la televisione commerciale.

Francamente neppure più Micromega, per non parlare di Repubblica, insistono ancora sul Berlusconismo (dopo un ventennio si sono stufati anche loro,, su Micromega scrive persino la pornostar Valenina Nappi…).

La meritocrazia, infine, secondo Marani, assente in Lino Banfi necessaria tecnicamente per chi lavora all’Unesco?: il ruolo attribuito a Lino Banfi è di semplice, come per altri … dell’Unesco, presenza simbolo o magari nel suo campo attinente.

Già, l’Unesco non si occupa solo delle Piramidi dei Faraoni ma anche di chi le ha costruite, gli schiavi, il popolo : anche Ferrara, città patrimonio dell’Unesco, non ha solo il Palazzo dei Diamanti, ma – ci risulta – anche cittadini a cui magari piacciono i film di Lino Banfi. Intervento quindi assurdo di Marani: forse avrebbe preferito il vescovo Perego come portavoce – ambasciatore all’Unesco. Certamente non ha mai apprezzato (tutti i gusti sono gusti, o no??, le tette di Edwige Fenech!

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

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