Ci sarà un motivo se Alessandro Manzoni, maestro nel cogliere lo spirito italico prima dell’Unità d’Italia (espressione ossimorica, come sappiamo), ha ideato un personaggio come l’avvocato Azzecca-garbugli.

L’azzeccagarbugli mette la sua abilità nel trovare cavilli sempre al servizio del potente. In questo racchiude in sè due vene congenite dell’italiano: la litigiosità bizantina e il servilismo, che purtroppo trovano udienza in molti tribunali italici, evidentemente sensibili alle medesime sirene.

L’ultimo esempio è di oggi. Il Governo impone (ai tempi di Manzoni sarebbe stata una grida, cioè un editto dell’autorità) una tassa di solidarietà a carico delle aziende distributrici di energia, gas e petrolio: si confronta il dato derivante dalla somma algebrica tra le spese e i ricavi dal 1° ottobre 2021 al 30 aprile 2022 con il dato spese e ricavi dello stesso periodo dell’anno precedente. Se l’aumento del dato tra un anno e quello precedente supera il 10%, sull’ importo dell’aumento – che lo Stato ha deciso di calcolare prendendo come riferimento l’imponibile IVA –  l’azienda deve pagare il 25% di extra tassa, che vada a finanziare uno sconto sulle nostre bollette.

Faccio un esempio: se io sono un cane a sei zampe e ho avuto quest’anno un saldo di 5 miliardi, mentre l’anno precedente il mio saldo dello stesso periodo era 1 miliardo, sulla differenza di 4 miliardi pago allo Stato il 25%, ovvero 1 miliardo, che ritorni ai cittadini a mezzo Stato per fargli sopportare l’aumento enorme della bolletta. Infatti quei 4 miliardi io, cane a sei zampe, li ho lucrati in massima parte comprando energia a prezzo prefissato e rivendendola a prezzo di mercato, prezzo che attualmente è schizzato verso l’alto per motivi quasi esclusivamente di speculazione. Si chiama contributo di solidarietà: una minima misura di redistribuzione che non affama il cane (che continua ad essere bello pasciuto) e serve a non far crepare i gatti, che siamo noi.

Sapete che sta succedendo? Che i consulenti azzecca-garbugli del cane a sei zampe e suoi derivati stanno suggerendo ai loro clienti di non pagare l’acconto (40%) di questa cifra. Infatti il Governo ha incassato pochissimo rispetto alla stima di fine giugno: circa un quarto del previsto. Gli azzecca-garbugli servi del cane stanno dicendo al cane di non pagare le tasse, perchè il cosiddetto “differenziale IVA”, ossia la variazione della cifra imponibile su cui si paga l’IVA da un anno all’altro, potrebbe dipendere non solo dalla differenza di prezzo, ma dall’ampliamento del portafoglio clienti, dall’acquisto di un ramo d’azienda o dal semplice aumento della quota di mercato. Quindi sarebbe un indicatore spurio, e addirittura incostituzionale.

Sarebbe come se io decidessi di non pagare l’Irpef sui miei guadagni perchè secondo me sono stato bravo a farli, e quindi non è giusto che ci paghi le tasse. Se lo faccio io o lo fai tu, domani hai l’Agenzia delle Entrate alla porta. Se lo fa il cane a sei zampe, abbiamo Draghi incazzato che “minaccia sanzioni”. Contro un’azienda controllata da lui stesso, peraltro, visto che il Tesoro ne detiene il 30%.

“A saper ben maneggiare le gride, nessuno è reo, e nessuno è innocente” 

L’ avvocato Azzecca-garbugli a Renzo, ne I Promessi Sposi

 

 

tag:

Nicola Cavallini

E’ avvocato, ma ha fatto il bancario per avere uno stipendio. Fa il sindacalista per colpa di Lama, Trentin e Berlinguer. Scrive romanzi sui rapporti umani per vedere se dal letame nascono i fiori.

Commenti (3)

  • Ho capito di che animale parli. Mi risulta che lo stato italiano è l’azionista di maggioranza relativa di quel cane nero a sei zampe. Si vede che quel cane è privato e decide di pisciate petrolio dove cazzo vuole.

  • Bravo. Un classico esempio del draghismo, di un’azienda controllata dal pubblico che persegue solo interessi di natura privatistica e la massimizzazione dei profitti. Decidendo persino di eludere la tassazione……

  • Efficace rappresentazione dell’ennesimo marchingegno con cui si privatizzano i profitti e si socializzano le perdite. Ma nel caso del cane nero, lo Stato da che parte deve stare?

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *


Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchera.

Periscopio è  proprietà di un azionariato diffuso e partecipato, garanzia di una gestitone collettiva e democratica del quotidiano. Si finanzia, quindi vive, grazie ai liberi contributi dei suoi lettori amici e sostenitori. Accetta e ospita sponsor ed inserzionisti solo socialmente, eticamente e culturalmente meritevoli.

Nato quasi otto anni fa con il nome Ferraraitalia già con una vocazione glocal, oggi il quotidiano è diventato: Periscopio naviga già in mare aperto, rivolgendosi a un pubblico nazionale e non solo. Non ci dimentichiamo però di Ferrara, la città che ospita la redazione e dove ogni giorno si fabbrica il giornale. e Ferraraitalia continua a vivere dentro Periscopio all’interno di una sezione speciale, una parte importante del tutto. 
Oggi Periscopio ha oltre 300.000 lettori, ma vogliamo crescere e farsi conoscere. Dipenderà da chi lo scrive ma soprattutto da chi lo legge e lo condivide con chi ancora non lo conosce. Per una volta, stare nella stessa barca può essere una avventura affascinante.  Buona navigazione a tutti.

Tutti i contenuti di Periscopio, salvo espressa indicazione, sono free. Possono essere liberamente stampati, diffusi e ripubblicati, indicando fonte, autore e data di pubblicazione su questo quotidiano.

Francesco Monini
direttore responsabile


Chi volesse chiedere informazioni sul nuovo progetto editoriale, può scrivere a: direttore@periscopionline.it


QUOTIDIANO INDIPENDENTE l'informazione verticale

CONTATTI
Articoli e informazioni a: redazione@periscopionline.it
Lettere e proposte di collaborazione a: direttore@periscopionline.it
Amministrazione:
Periscopio
Testata giornalistica online d'informazione e opinione, registrazione al Tribunale di Ferrara n.30/2013
Sede
Via Borgo dei Leoni 88, 44121 Ferrara.

Seguici: