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Gli Alburni e la metafisica (concreta) di Massimo Cacciari e Mimmo Jodice

Gli Alburni e la metafisica (concreta) di Massimo Cacciari e Mimmo Jodice

Massimo Cacciari, Metafisica concreta, Adelphi 2023
Mimmo Jodice, Paestum, in The Myth of Mediterranean Sea, Erarta Museum, San Pietroburgo

 

E’ necessario fare emergere uno spazio mentale largo sulla complessità del progetto contemporaneo nella città antica.

Basterà ripercorrere la storia del Chiostro del convento delle ’Trentatrè a Napoli (finanziato con i fondi UE 2001-2007) e ripensare al concetto di efficacia del filosofo Francois Jullien, nel confronto tra Oriente ed Occidente.

Con l’artista Mimmo Jodice oltre a condividere empatia al quadrato, ho condiviso per diversi anni la responsabilità del Laboratorio di fattibilità del Master di progettazione per la città storica della facoltà di Architettura della Federico II, diretto dal professor Ferruccio Izzo. Proprio agli inizi del Master, oltre un ventennio fa, il confronto con alcuni luoghi ancora metafisici della città antica, ha ispirato molti temi  di riprogettazione. I vuoti ed i ruderi, ancora irrisolti della ricostruzione post bellica, hanno incontrato il linguaggio di Mimmo Jodice, che apparì nelle sue conversazioni (lezioni del 2024, vedi via Youtube).

Napoli, monastero delle Trentatrè

Si trattava, allora, di portare Napoli ed i decumani verso una nuova efficacia del progetto, ipotizzando una metamorfosi dei luoghi, da orientare verso una coraggiosa proposta di nuovo nodo urbano plurale a più fini, riconnessi alle voci storiche delle pietre (seguendo la metodologia di Ruskin, Le Pietre di Venezia).
Nessuna delle nostre ipotesi ha superato, allora,  il giudizio di opportunità dei colleghi urbanisti, e nessuno dei progetti del Master ha avuto la promozione a fattibile, per il Comune di Napoli. Le attuali ipotesi in campo hanno sposato il criterio della efficienza formale connessa alla candidatura di progetti.

Per fortuna l’Archivio Jodice troverà una casa e il suo linguaggio vivrà di futuro oltre che di memorie.
Potrà, cosi, emergere la visione di metafisica concreta , cioè di uno spazio mentale largo sulla complessità del progetto contemporaneo nella città storica. Basterà ripercorrere la storia del progetto del Chiostro del convento delle ‘33, finanziato con i fondi UE 2001-2007  e  ripensare al concetto di efficacia del Filosofo Francois Jullien, nel confronto tra Oriente ed Occidente (Il Sole24 Ore). Per Jullien la critica al modello occidentale  del progetto è necessaria, perché si fa troppo ricorso al doing by learning (o modello-teoria pratica- progettuale).

Jodice come Julien, propone le metafore di un pensiero plurale, aperto all’efficacia larga, cioè ad itinerari capaci di guardare alla complessità della città in evoluzione, anche  oggi. La città è mixité, e Napoli ha la necessità di conservare il silenzio ed il vuoto come ricerca, anche nella città storica; questo concetto è oggi in pericolo nella “città storica sommersa” dalla retorica dell’efficienza finanziaria delle rendite in salita, da misurare con il parametro delle nuove presenze.

Il coraggio della metafisica concreta manca come visione futura e una gita di apprendimento sugli Alburni sarà necessaria; bisognerà sostare al km 33 della SS19, La Tevernola, per i suoi trecento anni di storia,  per poi, all’alba, dirigersi verso l’Antece Epigeo e rubare all’artista Jodice la metodologia dello suo sguardo, aiutati dalla luce  che arriva da Oriente.

Questo articolo è già uscito sul blog di informazione economica Salerno Economy

Cover: Mimmo Jodice, Nimes Maison, in The Myth of Mediterranean Sea, Erarta Museum, San Pietroburgo.

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Pasquale Persico

Pasquale Persico è stato Ordinario di Economia Politica, Scienze della Comunicazione presso l’Università di Salerno dal 1987. Ha insegnato Economia Politica, Econometria, Politica economica ed Economia Italiana nell’Università Aldo Moro di Bari, nelle Università Orientale e Parthenope di Napoli, presso l’Università delle Calabrie e presso l’Università La Sapienza di Roma.Nel 1981 ha vinto il Premio Saint Vincent per l’Economia e negli anni successivi si afferma come Research Scholar presso la London School of Economics e come Visiting presso il SIRCED della stessa Scuola. Nel 1987 è stato Consultant OCDE presso la Divisione Scienze e Tecnologia. Nel 1990 è stato Responsabile del Corso di Dottorato di ricerca in Economia del settore pubblico dell’Università di Salerno e, dal 1987 al 2000 e dal 2006 al 2011, Direttore del Dipartimento di Scienze Economiche della stessa università. Negli anni è stato responsabile di diversi piani di sviluppo socio-economico, come quello della Val D’Agri nel 1999 e del Parco Nazionale del Cilento (patrimonio mondiale Unesco) (approvato all’unanimità dagli 80 comuni del parco e dai 15 che hanno chiesto di far parte delle aree contigue) dal 1999 ad oggi. È stato, inoltre, Responsabile Scientifico del PIT del Parco Nazionale del Cilento nel 2002. Per l’area del Basso Ferrarese ha coordinato il programma strategico “Identità e Sviluppo.” Collabora con diverse associazioni culturali (tra le quali www.cdscultura.com di Ferrara) e scrive per diversi giornali e web magazine tra i quali https://www.salernoeconomy.it dove tiene da anni una rubrica dal significativo titolo “Il punto di Arpocrate”.

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PAESE REALE
di Piermaria Romani

Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno. L’artista polesano Piermaria Romani si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)