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da: ufficio stampa Comune di Comacchio

C’è attesa per il secondo appuntamento con “Junior!”, rassegna pomeridiana di “Comacchio a teatro”, rivolta ai ragazzi. Dopo il tutto esaurito sfiorato la scorsa settimana con il primo spettacolo, domenica 25 gennaio 2015 alle ore 16 andrà in scena nella sala polivalente di Palazzo Bellini “The big Five – A Savana animals show”, spettacolo vincitore della Marionetta d’Oro (uno dei più prestigiosi riconoscimenti italiani dedicati al teatro di figura) di Gigio Brunello, attore, regista e autore teatrale apprezzato in tutta Europa. Si tratta indubbiamente di uno degli spettacoli simbolo del teatro di figura degli ultimi decenni, adatto ad un pubblico di tutte le età, una storia di natura, di animali di viaggi e cacciatori con turisti di safari e camionisti che sfrecciano. In “The big five” sono le sculture di animali di legno o con meccanismi e suonerie i veri protagonisti. Assisteremo al gran tour di un giovane rinoceronte che sogna la neve o al viaggio vittorioso di una famiglia di paperi dentro il ventre del coccodrillo e a tante altre avventure. Figure, pupazzi, parola ed oggetti sono gli elementi chiave di questo spettacolo, la cui regia porta la firma di Gyula Molnar, apprezzatissima da oltre un decennio pubblico e critica, non solo in Italia, ma anche in Europa. Il protagonista colora la scena con un grammelot musicale fra grandi sculture di legno, fra spagnolo, portoghese e pavano, trasportando lo spettatore, come per incanto, in un’Africa immaginaria, fatta di sogno, di favole, legno, leggende e musiche giunte da molto lontano. La biglietteria sarà aperta dalle ore 15 con prevendita online. Il programma completo e tutte le informazioni sono disponibili sul sito www.comacchioateatro.it Per informazioni e prenotazioni si consiglia di contattare il numero 349/0807587. Per il prossimo fine settimana sono due gli appuntamenti in programma: venerdì 30 gennaio alle ore 21 tornerà la stagione serale con il concerto- spettacolo della Bandadeandrè, mentre domenica 1 febbraio alle ore 16, sempre nella sala polivalente San Pietro, farà ritorno la rassegna “Junior!” con lo spettacolo “7 in 1 colpo”, una fiaba animata con figure e pupazzi della compagnia “Il Laborincolo”.

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COMUNE DI COMACCHIO


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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