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8 Novembre 2014

Fuori la verità!

Tempo di lettura: 2 minuti


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da: Circolo del Delta, Sinistra Ecologia Libertà

Fuori la verità! E’ troppo pretenderla a proposito del destino di un investimento pubblico che ha superato complessivamente i dieci milioni di euro per riqualificare il cuore del cuore del Centro Storico di Comacchio? A tanto ammontano infatti ad oggi gli interventi finalizzati al recupero del comparto di Palazzo Bellini e del settecentesco Ospedale degli Infermi. Per dare smalto durevole alla crescita civile ed economica del Delta. Smentendo la vecchia vulgata di una Comacchio isolazionista e reclinata su se stessa, la sua Municipalità concertò, tra gli anni settanta e novanta, con Stato, Regione, Provincia e Comune di Ferrara, la nascita, a Comacchio, di una istituzione molto innovativa: il Museo delle Culture Umane del Delta del Po. “Un Museo per l’Europa”, si arrivò a dire allora, senza azzardare! Poi, ci fu un brusco ritorno al passato e a politiche miopi e miserrime. La Giunta Cicognani pensò di rattrappire quel progetto di alto profilo e respiro, musealizzando solo il piano nobile e destinando il piano terra del Vecchio Ospedale addirittura a negozi e ristoranti. La Giunta Fabbri, poi, facendo propria l’idea di ‘piccolo è bello’, ha immaginato al posto di questi ultimi la biblioteca e gli archivi comunali, nell’ottica di spostare i suoi uffici a Palazzo Bellini. In seguito, essa ha immaginato un altro rimescolamento di tali spazi, ponendo in gioco anche quello occupato dal carico della nave romana. Il tutto in una prospettiva bislacca che continua ad accomunare le suddette amministrazioni. I loro disegni fin qui infatti coincidono. Oltre che nell’abbandono unilaterale del progetto originario, anche nell’idea che il nascente Museo debba essere solo una mera custodia di beni culturali dello Stato, ripiegata esclusivamente sulla storia di Comacchio, senza una vero e proprio organo direttivo e senza alcuna relazione con il quadro di intese maturato a suo tempo con Stato, Regione, Provincia e Comune di Ferrara. La Giunta Fabbri fa ancora in tempo a ritornare sulla retta via saggiamente tracciata da tali intese. Ora, alla luce del recente rinvenimento di un altro scafo di epoca romana, dei nuovi assetti politico-istituzionali che associano i Sindaci di Ferrara e Comacchio ed altri alla guida della Provincia, delle radici nostrane del Ministro della Cultura e del Turismo in carica (per non parlare degli straordinari esempi di buone pratiche, a soli due passi da casa, del Parco Archeologico di Classe e della Fondazione Ravenna Antica, che basterebbe in larga parte copiare, ad iniziare dal coinvolgimento a pieno titolo anche dell’Arcidiocesi di Ferrara-Comacchio), cosa osta a realizzare quel bel progetto ‘in progress’ di un Museo per l’Europa?

Circolo del Delta
Sinistra Ecologia Libertà

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno. L’artista polesano Piermaria Romani si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE
di Piermaria Romani


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