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Da: Ufficio comunicazione, formazione e informazione

La Cgil di Ferrara e la categoria dei lavoratori del credito Fisac/Cgil evidenziano come nei prossimi giorni la ripartenza delle attività lavorative nella nostra provincia dovrà essere improntata alla assoluta difesa del lavoro e della salute dei lavoratori.
Tuttavia ricordiamo anche che il territorio ferrarese non deve essere lasciato indietro per quanto riguarda il credito.
Prima della pandemia la nostra provincia aveva un buon risparmio depositato presso le banche, ma paradossalmente era caratterizzata da una concessione del credito a favore di privati ed aziende fra le più basse della regione.
Questa dinamica non può ovviamente più essere accettata, soprattutto in questa fase di ripartenza.
Ad oggi i segnali non sono incoraggianti.
Rileviamo ancora la scarsa disponibilità del sistema bancario ad attuare in tempi rapidi le varie disposizioni governative a favore di lavoratori ed aziende. Un ritardo che a noi, da sempre abituati a rispettare i patti che firmiamo, risulta inaccettabile.
L’Abi nazionale in questi giorni peraltro ha inviato una nuova lettera agli istituti di credito per invitarli a velocizzare le procedure.
Al riguardo dell’anticipo alla cassa integrazione, la cui richiesta ci risulta macchinosa e burocratica in molti istituti di credito, non vorremmo trovarci di fronte al paradosso che l’Inps, con i suoi tempi tecnici, arrivi a pagare i trattamenti in questione prima delle banche.
Stessa considerazione per moratorie o i famosi finanziamenti fino a 25mila euro, su cui le banche si stanno muovendo in ordine sparso spesso con indicazioni che cambiano di minuto in minuto.
Paradossale ci risulta anche la politica messa in atto da parte di alcuni istituti bancari presenti sul nostro territorio che vogliono chiudere nelle prossime settimane delle filiali, sia in città, sia nel territorio provinciale.
Proprio adesso in cui il credito deve essere presente e capillare.
Proprio adesso bisogna costringere i clienti a spostarsi perché la filiale chiude o quando si riprenderà ad uscire si potrebbe anche non trovare più la filiale sotto casa e bisognerà fare dieci km per trovare quella più vicina.
Proprio adesso dobbiamo lasciare dei territori in provincia sguarniti di filiali e di consulenti che il territorio lo conoscono bene e possono sostenerlo in questo difficile passaggio.
Stando, anzi rimanendo così le cose, riteniamo necessario sollecitare l’applicazione concreta del protocollo regionale per l’anticipo degli ammortizzatori.
Il territorio ferrarese deve ripartire, in sicurezza e con la presenza attiva di tutti gli attori presenti. Banche comprese.

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno. L’artista polesano Piermaria Romani si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE
di Piermaria Romani


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