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Il Coordinamento Nazionale Docenti della disciplina dei Diritti Umani, in occasione del 2 giugno giornata celebrativa nazionale, istituita per ricordare la nascita della nostra Repubblica, intende sottolineare l’importanza della divulgazione dell’evento all’interno delle istituzioni scolastiche di ogni ordine e grado.
A tal proposito è fondamentale interessare e sensibilizzare le nuove generazioni intorno alle tematiche dell’identità nazionale partendo dalle radici storiche quali la liberazione dell’Italia dall’occupazione tedesca e l’esigenza dei cittadini di ricostruire un processo democratico che portasse alla definizione di un nuovo assetto di Stato concretizzato il 2 e il 3 giugno del 1946 con il primo referendum a suffragio universale della storia che sancì la nascita della Repubblica. Al contempo furono eletti i membri dell’Assemblea Costituente con il compito di redigere la nuova Carta costituzionale oltre che votare la fiducia al governo, approvare le leggi di bilancio e ratificare i trattati internazionali.
Per velocizzare i lavori fu istituita la commissione per la Costituzione cosiddetta commissione dei 75, rispettando la composizione dell’assemblea.
Gli uomini e le donne che ne fecero parte lavorarono non per immediati e particolari riscontri ma con un’ottica di lungo periodo per il bene della nazione. I valori e il valore delle persone che vi parteciparono sono tutt’oggi evidenti e apprezzati come anche lo sforzo d’intesa fatto per realizzare la Costituzione definito anche “compromesso costituzionale” frutto di un dibattito politico aperto e di reciproche rinunce e vittorie. Una importante vittoria fu anche la rappresentanza femminile all’interno della commissione 75, dove ben 5 membri di sesso femminile per la prima volta nella storia d’Italia poterono confrontarsi al pari con gli uomini su tematiche di fondamentale importanza per il futuro della nazione.  
Soffermandosi poi adeguatamente sul ruolo centrale che la scuola svolge nella formazione delle nuove generazioni di cittadini nell’educazione e la conoscenza, nell’integrazione e nel senso di appartenenza nazionale, nell’impegno proattivo allo sviluppo e all’avanzamento della nazione. A tal proposito si incentiva, in questi ultimi giorni di scuola, l’approccio multidisciplinare alla creazione di dibattiti, laboratori e altre forme di approfondimento sui valori e simboli repubblicani, sulla tematica voto femminile e sulla riappacificazione dei partiti per il bene della nazione, tematica quanto mai attuale visto gli episodi di cronaca politica di questi giorni.
Anche il mondo della scuola attento spettatore del dibattito pubblico invita i principali partiti a prendere a modello i fondatori della nostra repubblica al fine di giungere al più presto ad un clima di distensione nazionale, fondamentale per la convivenza civile.
Auspichiamo che in occasione di questa ricorrenza scuola e famiglie collaborino per sviluppare nei giovani cittadini dello Stato un senso di appartenenza intorno a comuni valori costituzionali di inclusione e tolleranza partendo dalla lettura dell’art. 1 della Costituzione.

Coordinamento Nazionale Docenti della disciplina dei Diritti Umani

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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