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Festa del Tricolore. Il presidente Bonaccini collegato con Reggio Emilia per il 224^ anniversario: “Simbolo di democrazia, libertà, giustizia sociale. E di unità: insieme stiamo affrontando la pandemia e insieme ne usciremo”

L’evento in streaming. Una copia del Primo Tricolore consegnata dal sindaco Vecchi alla sanità reggiana, omaggio esteso a tutta la sanità regionale

Bologna – Resistere, reagire, rimanendo sempre uniti di fronte alle tragedie e alle avversità. Oggi, come più di settant’anni fa, durante la lotta al nazifascismo, o nel 2012 dopo il terremoto, “tenendo a cuore il nostro bellissimo Tricolore, simbolo di un popolo che sta insieme ed è unito”.

Così il presidente della Giunta regionale, Stefano Bonaccini, è intervenuto all’evento organizzato in diretta streaming – come da disposizioni anti-Covid – dal Comune di Reggio Emilia per celebrare il 224^ anniversario della proclamazione del Primo Tricolore.

E l’ha fatto citando le tante, drammatiche vicende che l’Emilia-Romagna si è trovata ad affrontare nell’ultimo secolo.

“Questa terra, in Italia, ha pagato un prezzo altissimo- ha sottolineato il presidente, ricordando i fratelli Cervi-, e ne è uscita con lutti indicibili: tantissima gente ha messo a disposizione la propria vita per garantire un futuro di libertà e di pace”.

Dalla Resistenza alla complessa ricostruzione nel dopoguerra, dal terremoto del 2012 all’oggi, con la pandemia. Il sindaco di Reggio Emilia, Luca Vecchi, ha consegnato una copia del Primo Tricolore alla sanità reggiana, quale ringraziamento per il lavoro nella gestione dell’emergenza. Un omaggio esteso a tutta la sanità regionale e del Paese.

“Una vera e propria tragedia- ha ribadito Bonaccini-: abbiamo dovuto serrare le file, stringere i denti, chiamare a raccolta tutti quanti. Sostenendo chi è in prima fila, i professionisti della sanità, e rimanendo a fianco dei nostri concittadini, per resistere, reagire uniti”.

Dall’Emilia-Romagna al resto del mondo, agli echi di quanto accaduto nelle ultime ore negli Stati Uniti: Bonaccini ha voluto ricordare l’irruzione nel palazzo del Congresso americano, “la sede della democrazia di quel grande Paese. Con scene che mai avremmo voluto vedere e che ci devono far riflettere sul fatto che la democrazia è un valore che non va mai dato per scontato, ma va sempre difeso. Penso, invece- ha aggiunto – alla reazione sempre responsabile e composta che abbiamo visto in questi mesi nella nostra regione da parte di cittadini, famiglie e imprese, nonostante i grandissimi sacrifici, la sospensione o la chiusura delle attività”.

Poi, le prospettive per un futuro vicinissimo: “Adesso, da una parte dobbiamo continuare a contenere il contagio e realizzare a pieno la campagna vaccinale, in modo da sconfiggere definitivamente il virus; dall’altro evitare la pandemia economica e sociale, sostenendo tutti i comparti e avviando la ricostruzione del Paese grazie a un piano credibile di utilizzo degli oltre 200 miliardi di euro stanziati dall’Europa”.

“La democrazia va difesa, sempre- ha concluso Bonaccini-. Per questo dobbiamo tenere a cuore il nostro bellissimo tricolore, insieme alla bandiera europea, simboli di democrazia, libertà e giustizia sociale. Dobbiamo farlo insieme. E sono certo che qui lo potremo fare bene, grazie anche al Patto per il Lavoro e per il Clima che abbiamo sottoscritto pochi giorni fa con sindacati e imprese, gli enti locali, le università, associazioni e Terzo settore, la scuola e le professioni. Viva il Tricolore, viva l’Italia, viva libertà e democrazia”.

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Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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