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da: Comacchio Soccorso

Comunicato stampa del 30 gennaio 2015

A seguito delle notizie comparse sulla stampa locale siamo a precisare ed a chiarire quanto segue.

Per quanto concerne il servizio di trasporto infermi dopo dimissione ospedaliera, siamo ad informare che è effettuato sia da volontari che da privati, da enti accreditati dalla Regione Emilia–Romagna e non: l’accreditamento non è obbligatorio per questa tipologia di servizio.
Per quanto concerne i criteri di accreditamento, dettati dalla Regione, essi sono validi per tutti i veicoli, compresi quelli pubblici dell’azienda USL di Ferrara, sia in servizio come “emergenza-urgenza” (ovvero in appoggio al 118) e sia in servizio come “ordinari” (ad esempio per i trasferimenti extra-ospedalieri). Proprio per tale motivo anche l’Ausl di Ferrara, come le associazioni e le cooperative (CIDAS), è stata oggetto di accreditamento.
Nel caso del trasporto infermi dopo dimissione ospedaliera, siamo allibiti nel leggere quanto pubblicato da La Nuova Ferrara, martedì 28/01, nei confronti del volontariato “….. Un sistema che sta mostrando da anni tutti i suoi limiti proprio a causa della natura volontaria del servizio, che soprattutto nelle ore serali e nel week end non risulta di fatto disponibile per i più svariati motivi…..”. Troviamo invece adeguate le parole dell’assessore alla sanità di Ferrara, dottoressa Chiara Sapigni, che sottolinea l’importanza del volontariato, un mondo fatto di persone che portano aiuto e sostegno, un sostegno messo in atto da associazioni, non a scopo di lucro, spinte da generosità, altruismo ed interesse per il prossimo. Si sottolinea con forza che le associazioni sono completamente autofinanziate per il servizio di trasporto infermi dopo dimissione ospedaliera, senza ricevere contributo alcuno (ne dall’azienda USL di Ferrara o dalla Regione Emilia–Romagna). Il contributo economico, richiesto all’utenza, è necessario affinché questo servizio non scompaia veramente, e le relative differenze di costo, da associazione ad associazione, sono attribuibili alla non omogeneità strutturale (affitti diversi, distanze chilometriche diverse, ecc) delle associazioni esistenti. Contrariamente a quanto si possa pensare, fra l’azienda ospedaliero–universitaria di Ferrara e le associazioni di volontariato, non vi sono convenzioni, o contratti, in essere (smentiamo categoricamente, così come fa il direttore generale del Sant’Anna dott. Gabriele Rinaldi, voci tendenziose circolanti in tal senso). Gli orari presenti sul foglio, citato dalla Nuova Ferrara, sono frutto di un protocollo d’intesa, con l’Arcispedale Sant’Anna: situazione totalmente dissimile alle convenzioni in essere con l’azienda USL di Ferrara, che vedono coinvolto anche il mondo delle cooperative (CIDAS) che però non pratica tale servizio. Sia ben chiaro, come volontari il servizio lo eroghiamo e lo continueremo ad erogare, al massimo delle nostre possibilità che non sono illimitate.

Spendiamo alcune parole per la dottoressa Patrizia Fabbri del Sant’Anna: scaricare l’intera responsabilità sul volontariato, gettando fango sui volontari dicendo che “non sanno organizzarsi”, non risolverà certo il problema di un servizio che comunque è rivolto all’intera popolazione che si rivolge ad un ospedale pubblico, che non si può esimere con così tanta semplicistica disinvoltura.

Ricordiamo che se Ferrara ha potuto attivare la tanto declamata quinta ambulanza è stato grazie ai ridotti importi chiesti dal volontariato ferrarese, rispetto al privato, affermazione che trova fondato riscontro anche nei comunicati ufficiali dell’azienda USL di Ferrara (citata in quanto ente preposto). Per quanto riguarda le esternazioni di alcuni gruppi politici che escono al grido di “….. verificare se sono disponibili soluzioni più affidabili…..” è un vero e proprio insulto a tutto il volontariato della provincia di Ferrara, un sistema che mai ha tradito i propri valori. Se poi questi signori intendono dire che soluzioni più affidabili siano paragonabili a sovvenzioni pubbliche allora abbiamo l’ennesimo “uovo di Colombo”: è evidente che con più soldi si possono mettere in campo più mezzi siano essi afferenti al volontariato od al privato per erogare un servizio più capillare. La domanda però che ci si deve porre è se gli Enti Pubblici abbiano davvero queste risorse da poter investire.

Mentre dalla Nuova Ferrara, di mercoledì 29/01, leggiamo ancor più amareggiati che, oltre ad averci gettato fango addosso nei giorni scorsi, è già iniziato un “processo mediatico” che ci imputa tra le righe di “interruzione di pubblico servizio”.

In tanti anni di servizio le associazioni di volontariato della provincia di Ferrara, oggi ancora esistenti e che operano sulle ambulanze, non sono mai state indagate per interruzione di pubblico servizio (l’Ausl di Ferrara potrà tranquillamente confermare ciò): il “processo mediatico” che si è attivato sta mettendo a dura prova questa forma di volontariato che comunque continuerà ad erogare al meglio i propri servizi dedicati all’utenza.

Dal momento che riteniamo tutto ciò gravissimo, ci riserviamo di agire anche nelle opportune sedi, dal momento che non siamo più disposti ad essere infangati. Non abbiamo dimenticato di certo il caso del picchetto organizzato da CGIL e CISL in difesa di CIDAS, dinnanzi all’azienda USL di Ferrara ove fu distribuito un volantino palesemente contro il volontariato: dove si ritraeva l’Ausl come un boia mascherato che, con la scure in mano, dice “….. taglio del lavoro dipendente!!! …..” e sotto una lapide con su scritto “….. R.I.P. lavoro pagato…..” con del sangue che vi sgorga sul quale campeggia la dicitura “….. volontariato…..”, un vero e proprio insulto a tutti i volontari.

Ci dispiace moltissimo per quanto accaduto al sig. Oreste Mazzuccato, e sposiamo la dichiarazione dell’assessore alla sanità del Comune di Ferrara dottoressa Chiara Sapigni.

Sottoscrivono il documento:

Assistenza Pubblica Estense (APE)

Voghiera Soccorso

Volontariato Barbara

Pubblica Assistenza Città di Portomaggiore

Gruppo Nico Soccorso

Pubblica Assistenza Città di Ferrara

Pubblica Assistenza Valle Pega

Pubblica Assistenza Comacchio Soccorso

Sottoscrivono anche i seguenti enti privati a sostegno del volontariato:

Croce Bianca E.R. AMBULANZE

Life soccorso

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Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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