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da: ufficio stampa giunta regionale Emilia-Romagna

Edilizia, in Regione ad aprile un summit sull’intero settore edilizia e costruzioni. L’assessore regionale alle Attività produttive Palma Costi: “Affronteremo in modo puntuale la crisi della Coop Costruzioni. Poi ad aprile apriremo un ampio confronto per affrontare la crisi e valutare le prospettive di rilancio del comparto

La vicenda della Coop Costruzioni rientra nelle grave crisi che ha colpito il comparto in Emilia-Romagna e che ha visto perdere in sette anni oltre il 18% di occupati ed il volume d’affari è previsto ancora in calo nel 2015. «Affronteremo in modo puntuale la crisi della Coop Costruzioni e, in raccordo con la città metropolitana, sarà messo in campo tutto ciò che è nelle competenze delle istituzioni per salvaguardare i posti di lavoro e la continuità di lavoro», ha sottolineato l’assessore regionale alle Attività produttive Palma Costi.
«La situazione di Coop Costruzioni – ha aggiunto la Costi – rientra, inoltre, in una più generalizzata crisi del comparto cooperativo del quale discuteremo durante un incontro previsto per il 18 marzo prossimo con le organizzazioni sindacali e le centrali cooperative. Confronto che sarà ampliato all’intero settore dell’edilizia e delle costruzioni. Confronto convocato, i primi di aprile, per affrontare le situazioni di crisi ma soprattutto per valutare anche le prospettive di rilancio. In tutto ciò fondamentale resta il raccordo con il Governo per gli ammortizzatori sociali e le politiche di investimento pubblico. Abbiamo già avuto un primo contatto con il ministro Giuliano Poletti dal quale ci aspettiamo risposte celeri. Occorre un intervento nazionale: il riconoscimento dello stato di crisi di settore può essere uno strumento utile, perché permetterebbe l’utilizzo di strumenti di sostegno al reddito straordinari, adeguati alla profonda crisi delle costruzioni. La scorsa settimana la Giunta regionale ha approvato una delibera con la quale si candida ad attingere risorse dal Fondo nazionale per le politiche attive istituito presso il ministero del Lavoro da destinare proprio al settore dell’edilizia e costruzioni».

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REGIONE EMILIA-ROMAGNA


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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