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Da: Il Gruppo dei 10
Una vita per il jazz, che a raccontarla tutta, non basterebbe un’altra vita. L’ultima serata di Tutte le Direzioni in Springtime 2019 – in programma per sabato 11 maggio allo Spirito di Vigarano Mainarda (Ferrara) – nasce dalla volontà di ricordare l’indimenticabile Alberto Alberti, scomparso nel 2006, figura che ha contribuito ad allargare i confini della cultura musicale italiana, attraverso una forte passione, il jazz, diventato per lui anche l’attività professionale principale.

Alberto Alberti era il jazz in Italia. Appassionato di jazz fin dalla tenera età, nel 1953 intraprese un viaggio in Inghilterra insieme all’amico Carlo Trevisani. Lì il destino li fece incontrare a Londra con il proprietario di un negozio di dischi jazz, Colin Pomroy, che propose loro di aprire in Italia un negozio di LP jazz d’importazione. Nacque così, all’ammezzato di via Caprarie 3 a Bologna, il mitico “Disclub”, primo negozio in Italia dedicato solo a dischi jazz esclusivamente d’importazione, e che divenne ben presto la fucina dell’attività jazzistica in Italia. Insieme ad Antonio ‘Cicci’ Foresti, pochi anni dopo, creò il Festival Jazz di Bologna. Dal 1958, sotto le Due Torri, suonarono artisti come Chet Baker, Charlie Mingus, Bill Evans, Ray Charles, B.B. King, Dizzy Gillespie, Thelonius Monk, Miles Davis, Ella Fitzgerald… ma forse è meglio sospendere l’elenco trattandosi praticamente dell’intera enciclopedia del jazz, tanto da rendere Bologna un punto di riferimento a livello internazionale per tutti gli appassionati del genere. Nel 1973, insieme a Carlo Pagnotta, inventa, è proprio il caso di dirlo, Umbria Jazz, che diventerà uno dei festival più importanti nel panorama mondiale.

Un personaggio fondamentale anche per Ferrara. È grazie a lui, e alla grande amicizia con Alessandro Mistri, attuale direttore artistico de Il Gruppo dei 10, che il jazz nella città estense, dal 1978 in avanti, è cresciuto fino ad assurgere l’attuale importanza. Lunghissimo il periodo in cui, tra Ferrara e Comacchio, vennero organizzati concerti, ideati progetti e portati musicisti in esclusiva nazionale. Fra questi ricordiamo l’edizione degli “Incontri jazz Comacchio” del 1996, quando sviluppando una sua idea, si celebrò il gemellaggio fra il Ronnie Scott’s di Londra e il festival tenuto nella città lagunare dei Trepponti. L’accordo prevedeva che i migliori musicisti inglesi venissero a suonare alla manifestazione ferrarese, mentre un gruppo formato da alcuni dei migliori jazzmen emiliani si esibisse nel tempio del jazz londinese. Per due settimane fuori dal Ronnie Scott’s si poteva leggere lo striscione “Comacchio Jazz Encounters”, suscitando l’invidia nei confronti di tutti gli altri musicisti nostrani. Per questo il ricordo – ovviamente jazz – è affidato a Ellade Bandini, Roberto Rossi, Carlo Atti e Andrea Pozza, gli stessi che suonarono a Londra allora, oltre a Riccardo Fioravanti che, per l’occasione, sostituirà Ares Tavolazzi.

La serata s’intitola (citando un altro standard jazz) Just friends, che era il brano preferito di Alberti e che lui stesso amava suonare alla batteria (si autodefiniva il miglior piatto dell’Emilia Romagna). Sotto la regia congiunta di Bandini e del Gruppo dei 10, sarà una vera e propria ‘surprise night’. Tra gli invitati ci sono infatti ‘Cicci’ Foresti e Carlo Pagnotta, sovrintendente di Umbria Jazz, a cui si aggiungeranno, anche per una probabile jam finale, Gaspare Pasini, sax contralto, grande amico di Alberti e organizzatore di grandi eventi jazz a Pordenone, Piero Odorici, sax tenore, già membro dei “Comacchio Jazz Encounters” nell’edizione 1995 del festival, il celebrato chitarrista felsineo Jimmy Villotti e altri musicisti fortemente legati a quella magnifica epopea. Solo attraverso la musica si può ricordare una figura come quella di Alberto Alberti, e la sua vita fatta di magnifiche contraddizioni. È stato il Signore del Jazz, uomo burbero e gioviale, al contempo solitario e socievole, rigoroso e generoso fino alla fine.

Il concerto inizia alle 21.30. Il locale apre l’american bar alle ore 20, con possibilità sia di cena alla carta sia di ingresso ‘easy’ che prevede, con 20 euro compreso al biglietto per il concerto, una consumazione (cocktail o calice di vino) con stuzzicheria artigianale e, a fine spettacolo, la ‘spaghettata informale di mezzanotte’. Per informazioni e prenotazioni: Spirito, 0532.436122 e 339.4365837. Il Gruppo dei 10 è anche su Facebook.

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

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