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Comunicato stampa Ferrara Musica.

Dopo i primi due concerti con Andrea Lucchesini e il Trio di Parma,che hanno visto un’ottima partecipazione di pubblico, continua “Ferrara Musica Riaperture” con il concerto di venerdì 21 maggio (inizio alle 19), che vedrà protagonisti per la prima volta a Ferrara il violinista Marco Rizzi in duo con Roberto Arosio al pianoforte. L’appuntamento costituisce il recupero del concerto che era stato programmato il 30 novembre 2020 e che era saltato a causa dell’emergenza sanitaria legata alla pandemia.

Il programma è uno di quelli che gli appassionati non possono lasciarsi sfuggire: una prima parte dedicata a SergejProkof’ev (centotrenta anni della nascita nel 2021) e una seconda totalmente riservata a Ludwig van Beethoven. Del compositore russo saranno proposte in apertura le rare ed affascinanti Cinque melodie scritte nel 1920 in origine come canto senza testo per il soprano ucraino Nina Koshetz. A seguire la ben più frequentata ed eclettica Sonata op. 94a, scritta per flauto e pianoforte nell’estate del 1943 “in uno stile classico dolce e scorrevole” e su sollecitazione di David Oistrakh poi riscritta per violino.

Quanto alla alla Sonata “a Kreutzer”  è probabilmente la composizione per violino più impegnativa di Beethoven, una tappa imprescindibile nella sua ricerca di un ruolo autonomo per ogni strumento componente di un duo e autentica rivoluzione per un genere sino ad allora salottiero.

Marco Rizzi è «violinista di prima classe, con una ricca tavolozza di suoni, una bella tecnica e un affascinante legato cantabile, un musicista di sorprendente onestà e maturità», come lo descrive la rivista “Strad”. Suona un Guarneri del 1743, messo a disposizione dalla Fondazione Pro Canale. Roberto Arosio ha tenuto concerti come solista e come camerista in tutto il mondo ed è stato tra gli altri Premio internazionale di musica da camera “Franco Gulli”.
Il pubblico già in possesso dei biglietti per il concerto annullato nello scorso novembre potrà accedere direttamente con quelli; chi invece volesse acquistarne altri potrà farlo online sul sito www.ferraramusica.it e direttamente alla biglietteria del Teatro Comunale venerdì 21 maggio dalle 18 fino a inizio concerto. I prezzi sono quelli comunicati a inizio stagione e vanno da 7,5 euro (biglietto con riduzione giovani al 4° ordine di palchi) fino a 25 euro (biglietto intero platea).

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PROVINCIA DI FERRARA


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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