I firmatari di questa lettera aperta, rivolta alle cittadine e ai cittadini ferraresi, intendono richiamare l’attenzione di tutti sulla necessità di mettere a disposizione le proprie esperienze e le proprie energie perché, in vista delle prossime elezioni comunali, si costituisca un’alternativa di centro sinistra all’attuale maggioranza politica che governa la nostra città.
Non vogliamo riaprire facili polemiche giornaliere: i tempi sono complessi per tutti e non ci interessa la propaganda. Ci sentiamo però in obbligo di richiamare quali sono oggi le esigenze prioritarie della popolazione ferrarese che non vengono intercettate dalle politiche dell’attuale Amministrazione. Spetterà poi ai partiti, alle liste e alle coalizioni di centro sinistra che si presenteranno alle prossime elezioni definire compiutamente un programma di mandato. Noi auspichiamo che ai nomi delle candidate e dei candidati corrisponda un progetto amministrativo pluriennale piuttosto che non solamente un simbolo di partito.
“La prima città moderna d’Europa”, la città Patrimonio Unesco, negli ultimi anni ha perso la propria capacità espressiva e attrattiva. Non siamo più quel luogo magico, pieno di ricchezze urbanistiche, artistiche, letterarie, cinematografiche, culturali, storiche che appartengono alla migliore identità dei ferraresi e avevano inserito Ferrara in una rete europea di città d’arte. La Ferrara del futuro non può essere un semplice palcoscenico di attività ed eventi importati: deve trovare una sua nuova identità. Non rivendichiamo un’idea nostalgica, legata al passato della città, ma l’orgoglio di appartenere a una comunità che sappia creare nuovo benessere ambientale, sociale ed economico per i cittadini: tutti i cittadini, riducendo disagi e diseguaglianze e avviando visibili politiche di sostenibilità.
Le dinamiche di invecchiamento della popolazione ferrarese generano nuovi bisogni cui è necessario corrispondere garantendo nuovi servizi efficienti e diffusi: l’assistenza sociale, la presa in carico sanitaria di prossimità, la sicurezza personale e del territorio, la cittadinanza attiva, la mobilità pubblica efficiente, l’arricchimento culturale, le relazioni, la partecipazione civica.
Il tessuto produttivo e industriale, che negli ultimi anni è diventato più fragile (sia nelle piccole imprese che in quelle di grandi dimensioni, a partire dal petrolchimico), deve essere consolidato da una domanda pubblica che non privilegi solo la distribuzione.
Accrescere il benessere dei cittadini e far rinascere un sistema di servizi sociali diffuso è anche un’occasione strategica per creare nuove imprese e un lavoro nuovo e stabile per i giovani e le donne di cui oggi vengono trascurate le competenze.
Ai bambini e ai giovani deve essere garantito un percorso di istruzione completo e aggiornato (dal nido all’università) che aumenti le competenze e riduca i Neet e gli esodi verso altri paesi europei alla ricerca di un lavoro degno.
Si deve essere intolleranti con chi delinque (italiano o straniero che sia) ma, allo stesso tempo, è necessario garantire una casa dignitosa, un percorso formativo, un lavoro vero a chi vuol assumere una piena cittadinanza fondata su diritti e doveri certi (italiano o straniero che sia).
Per la Ferrara del futuro va definito un programma di riqualificazione e rigenerazione urbana che valorizzi la città anche dal punto di vista della qualità dell’abitare, che porti benefici prima di tutto a chi vive a Ferrara e che aumenti una attrattività più stabile e consapevole dei giovani non residenti che vengono nella nostra città per studio o lavoro.
Le linee di rigenerazione urbana non devono essere applicate e misurabili solo nel centro storico ma in tutti i quartieri cittadini e nelle aree extraurbane. In ogni quartiere devono esserci giardini, aree pedonali e aree verdi riservate alle relazioni tra persone adulte e ai giochi per bambini. In ogni quartiere devono essere sperimentate le comunità energetiche e migliorato il ciclo e il riciclo dei rifiuti. In ogni quartiere devono esserci zone in cui la velocità dei mezzi di trasporto sia limitata ai 30Km l’ora. In ogni quartiere deve tornare a esserci un luogo in cui si interloquisce direttamente con l’Amministrazione comunale. In ogni quartiere devono essere garantiti i servizi e utilities necessari al benessere dei cittadini.
La “città delle biciclette” non può diventare la città delle automobili (o dei furgoni e dei pullman che parcheggiano ovunque gli faccia comodo, o delle moto che sfrecciano rombando ad alta velocità per le strade urbane di giorno e di notte). Occorre sviluppare e rendere più sicura la mobilità sostenibile e potenziare i trasporti pubblici ecologici. Ferrara può diventare davvero una “città dei 15 minuti” come le più moderne capitali europee.
L’Università di Ferrara non può essere una presenza separata e “neutra” rispetto alla vita e alla rigenerazione della città. Essa va potenziata nella frequenza e nell’accoglienza e coinvolta (professori e studenti) nel definire gli indirizzi di innovazione di Ferrara e del suo territorio. La dimensione della nostra Università è ormai tale da richiedere la creazione di una “città universitaria” in grado di offrire un soggiorno dignitoso e non speculativo (a professori e studenti), sul modello dei “campus universitari” già sperimentati da anni in altre città europee. Non è accettabile che in Italia le tasse universitarie siano più alte della media europea con servizi aleatori se paragonati a quelli della Spagna, della Francia, della Germania.
Su questi ed altri temi prioritari è necessario avviare al più presto momenti di partecipazione dei cittadini alla definizione di un programma quinquennale di governo della città: un percorso condiviso dall’inizio, non la passiva ratifica di un manifesto elettorale già scritto e concordato fra pochi.
I firmatari della presente lettera aperta intendono portare nei prossimi mesi il proprio contributo di esperienze e competenze alla discussione ed elaborazione di un programma di governo di Ferrara basato sui nuovi bisogni reali dei cittadini e del territorio. Auspicando che le forze politiche di centro sinistra che si riconoscono nella necessità di cambiamento (anche del proprio modo di essere e di far politica) diano vita, da subito, a una coalizione elettorale davvero larga, fondata su un progetto condiviso e pubblico; e che, accanto al nome del/la candidato/a sindaco/a sia resa nota da prima del voto la composizione di una Giunta di alta competenza, adatta alla realizzazione di un programma pluriennale di governo e di innovazione.
Ferrara, 23 maggio 2023
la lettera aperta si trova in: https://letteraelettoricsxferrara.wordpress.com/
l’indirizzo mail per aderire è: letterapertaelettoricsx@gmail.com
SEGUONO FIRME:
Loredana Bondi
Irene Bregola
Paola Casadio
Barbara Diolaiti
Manuela Fantoni
Micol Giorgi
Sandra Pareschi
Barbara Paron
Elisabetta Scavo
Maria Giulia Simeoli
Dida Spano
Gianna Stabellini
Rita Turati
Sergio Alberti
Gian Guido Balandi
Fiorenzo Baratelli
Daniele Barbieri
Guido Barbujani
Dino Bonazza
Maurizio Bruni
Massimo Buriani
Diego Cavallina
Stefano Cavallini
Franco Cazzola
Tino Cesari
Maurizio Chiarini
Secondo Cusinatti
Loredano Ferrari
Giovanni Fioravanti
Sergio Foschi
Benito Fraternali
Riccardo Galletti
Andrea Gandini
Sergio Gessi
Dario Giorgi
Sergio Gnudi
Guido Guidarelli
Giuliano Guietti
Alberto Guzzinati
Francesco Lavezzi
Daniele Lugli
Carlo Magnani
Federico Malucelli
Norberto Mangolini
Luciano Marangoni
Flaviano Mencarelli
Vainer Merighi
Paolo Pazzi
Gianni Pennini
Gino Perin
Fabio Piselli
Roberto Polastri
Luigi Rasetti
Alberto Ronchi
Giuseppe Ruzziconi
Gaetano Sateriale
Stefano Scavo
Davide Stabellini
Tiziano Tagliani
Ranieri Varese
Gianni Venturi
Mario Zamorani
Carlo Zanotti
Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.
Se già frequentate queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.
Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani. Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito. Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.
Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta. Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .
Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line, le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.
Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e di ogni violenza.
Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”, scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchera.
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Francesco Monini
direttore responsabile
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