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Il Sentiero dell’aquila Gaia: una storia molto vera

Sui crinali appenninici di Monte Giogo di Villore si snodano i meravigliosi SENTIERI nazionali ed europei: il Sentiero 00 Italia, il Sentiero GEA Grande Escursione Appenninica,  il Sentiero Europa E1 che collega Capo Nord a Capo Passero in Sicilia. Siamo nei corridoi ecologici del PARCO  NAZIONALE  FORESTE CASENTINESI in continuita’ funzionale con il Parco, sull’ALTA VIA DEI PARCHI,  paradiso del Turismo escursionistico, ampiamente finanziata dalle Regioni, che congiunge l’Emilia Romagna alla Toscana attraverso la dorsale degli Appennini Toscoromagnoli, passando dal MONTE LOGGIO, la Linea Gotica,  l’Eremo dei Toschi, sfiorando il Monte Peschiena e inoltrandosi nel Parco Nazionale Foreste Casentinesi. Questo  tratto di crinale fin oltre la Colla di Casaglia é da sempre frequentato da AQUILE REALI  (che sia Gaia o altri individui ha poca importanza, se non che ne prova l’esistenza e i  movimenti) che in quelle zone hanno diversi siti riproduttivi. Peraltro la “prateria arbustata” del MONTE GIOGO DI VILLORE CORELLA é ideale come sito alimentare per gli individui nidificanti nelle zone occidentali del Parco.
Fondamentale per l’ ecologia dell’ aquila reale  è  la  presenza di numerose aree aperte o praterie secondarie, ideali aree di caccia ricche di prede, che si alternano a BOSCHI VETUSTI con alberi maturi e ad alto fusto dove, in alternativa alle rupi, le aquile costruiscono i loro grandi nidi in un mix di ecosistemi ricchi di biodiversita’  e di foreste ben conservate, con ecosistemi ricchi di  biocomplessità’  perchè’ prossimi a 5 Siti Rete Natura 2000 con Zone a Speciale Conservazione tra cui il sito Natura 2000 ZSC Muraglione Acquacheta.
L’Aquila reale è considerata una cosiddetta specie ombrello, la cui tutela porta in un  ecosistema a tutelare anche le altre specie presenti. L’ incidenza negativa del mega-impianto eolico su tale specie e su tutte le altre presenti negli habitat di rete Natura 2000 confinanti é evidente, perché costituisce un impatto diretto per collisione con le pale, e indiretto perché ne riduce l’habitat e ne interrompe il corridoio ecologico.
Vedi anchehttps://www.parcoforestecasentinesi.it/it/news/le-avventure-di-gaia-nel-parco

Il Sentiero dell’aquila Gaia

C’era una volta un Sentiero a cui era stato dato nome il Sentiero dell’aquila Gaia.

Il Sentiero si trova ancora oggi sui Crinali appenninici del Monte Giogo di Villore nel Comune di Vicchio dove appena 70 anni fa visse un grande maestro Don Lorenzo Milani con i suoi ragazzi contadini e montanari nella piccola Scuola di Barbiana, spersa sul Monte Giovi senza strada, luce e acqua, ora conosciuta in mezzo mondo.

Il motto della Scuola di Barbiana era “I care”, ho a cuore, ci tengo, mi sento responsabile e i ragazzi crescevano educati a pensare con la propria testa, a non fidarsi della propaganda, a interrogarsi, a ricercare da tante fonti diverse, a discutere e condividere per trovare insieme soluzioni che partissero dal basso e non fossero calate dall’alto.

I ragazzi si formavano ad esercitare il pensiero critico, si allenavano ad andare controcorrente, a non sottomettersi a leggi inique e scellerate, a discernere l’oppresso dall’oppressore, le leggi dalla parte dei ricchi e le leggi dalla parte dei poveri.

Alla Scuola di Barbiana si imparava ad impossessarsi degli strumenti per dare voce a chi non ce l’ha, a chi ce l’ha ma non viene data mai la parola, a chi parla ma non viene né ascoltato né considerato.

Ora quel motto “I care” risuona vivo per monti e per valli e sale sempre più forte fin sui crinali di Monte Giogo di Villore, dove corre il sentiero del cuore che raccoglie, unisce e raccorda tanti altri sentieri che attraversano tutta l’Italia e l’Europa da Capo Nord in Norvegia a Capo Passero in Sicilia.

Qui i crinali dell’Appennino e i loro versanti sono ricchissimi di biocomplessità e di biodiversità grazie al Parco Nazionale Foreste Casentinesi di cui sono i corridoi ecologici, le zone cuscinetto dove fauna e flora vanno e vengono ripopolandosi ed espandendosi in unici e ormai rari quanto preziosi ecosistemi.

I Camminatori muovono i loro passi lenti ed estasiati sui sentieri che si immergono in sinuosi boschi di faggete e risalgono attraverso il manto verde degli antichi pascoli il Sentiero del cuore sospeso tra opposti versanti, dove, anche senza niente, ti senti il signore del mondo, il re e la regina dell’universo.

Lassù in alto nel cielo avverti una presenza, senti un’energia particolare, unica e speciale, e in certi giorni, istanti e momenti puoi vedere una giovane aquila reale veleggiatrice che vola e gioca con le nuvole e con le correnti ascensionali: è Gaia, Gaia perché libera e felice, Gaia come la Madre terra quando incontra esseri umani capaci di rispettarla, onorarla ed amarla.

Ma un bruttissimo giorno uomini senza scrupoli e duri di cuore, decidono di degradare i luoghi incontaminati del cuore di Gaia a zone industriali aprendo larghe strade sui fianchi boscosi dei crinali per far passare grandi mezzi pesanti con pezzi di enormi torri eoliche da piantare nel petto fragile dei crinali.

Sentita la notizia, i lupi che hanno fiuto e orecchie fini, chiamano i gatti selvatici che, invece di graffiare e scappare, selvaggi come sono, chiamano a raccolta tutte le creature dei boschi, compresi i picchi neri e i picchi rossi che abitano gli alberi vetusti e maturi e anche i pipistrelli, bistrattati da tutti che invece sono gli alleati degli ecosistemi in salute e perfino le salamandrine si mettono gli occhiali per vederci meglio e comprendere bene cosa sta per accadere.

Sembra incredibile agli animali che gli esseri umani siano tanto stupidi e pazzi da voler cementificare luoghi tanto belli, è assurdo per gli animali tombare le sorgenti libere e fresche, imperdonabile inaridire i rivi dove si abbeverano gli abitanti del bosco, inaccettabile abbattere ettari di faggete per aprire ripide strade, espropriare marroneti produttivi, terre da coltivare, fare cantieri e betoniere in mezzo alle faggete.

Dopo tanto discutere ognuno nel suo unico ed irripetibile modo, gli animali di Monte Giogo di Villore decidono di inviare come delegati i pipistrelli giù nei paesi per dialogare.

I nobili e preziosi pipistrelli vanno subito dai primi cittadini che sono i Sindaci ma quelli inorriditi li allontanano chiamandoli con strani epiteti: sovversivi, ribelli, facinorosi, radicali, integralisti e chiamano subito le Forze della Pubblica sicurezza per cercare di catturarli e metterli in delle gabbie.

I pipistrelli sorpresi, consultandosi con i cani, apprendono di avere sbagliato: i primi cittadini a cui rivolgersi non sono i Sindaci ma i bambini.

E infatti i bambini intelligenti, che degli animali non hanno schifo per niente, nemmeno dei pipistrelli, si mostrano subito disponibili all’ascolto e all’azione. I bambini ci tengono, hanno a cuore il loro futuro e comprendono subito che la natura va protetta e difesa là dove è meglio conservata.

Zainetto in spalla e scarponcelli, salgono guidati dai pipistrelli sui crinali e arrivati sul Sentiero di Gaia, tirano fuori degli strani fischietti di terracotta che imitano il suono di uccelli e altri animali, in men che non si dica, il silenzio dei crinali è riempito di strida, gli animali accorrono da tutta la dorsale appenninica e il rumore è talmente assordante che arriva perfino nelle stanze dei Sindaci e nelle aule consiliari, nelle case della gente e tutti atterriti guardano dalle finestre in alto verso i crinali.

Operai, tagliaboschi, ruspe e camion se la danno a gambe ché il frastuono è talmente grande da fracassare la testa e i timpani!

Intanto Gaia vola in alto ignara di tutto verso un puntino nero all’orizzonte…

Sarà forse un compagno?

Lei non sa delle pale eoliche che massacrano le aquile, lei non sa quello che accade quaggiù, ma ora vola sul Sentiero del cuore con un giovane compagno al fianco e insieme ci fissano per un attimo…

I bambini prendono i fischietti di terracotta e una musica dolcissima accarezza i crinali per sempre liberi e resistenti, giunge soave a salutare un Sindaco amico, prosegue fino a Vicchio e a Dicomano e arriva infine a Firenze per fare poi il giro del mondo.

Questa storia fantastica è molto reale e se tu vieni sul Sentiero di Gaia sui crinali del Monte Giogo di Villore in Mugello in Toscana, puoi anche scoprire che è del tutto realtà.

In copertina: L’Aquila Gaia, febbraio 2022, foto di Pietro Vicchi

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Fabrizia Jezzi

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Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno. L’artista polesano Piermaria Romani si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE
di Piermaria Romani


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