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Da: Ufficio Stampa Ferrara Film Festival

Nel corso di una conferenza stampa tenutasi presso la Sala dell’Arengo del Comune di Ferrara è stata presentata, la quinta edizione del Ferrara Film Festival che inizierà il prossimo 17 settembre e si concluderà domenica 20, in forma ridotta e in totale sicurezza per via delle restrizioni da Covid-19. Il benvenuto lo dà l’assessore al Turismo di Ferrara Matteo Fornasini che parla di coraggio degli organizzatori “in quanto realizzare eventi nel corso delle restrizioni sanitarie comporta ancora più impegno. Malgrado questo a Ferrara, oltre a veder confermati appuntamenti in calendario gli anni scorsi, si aggiungono anche nuovi eventi. Per quanto riguarda il Ferrara Film Festival rivolgo i complimenti dell’Amministrazione perchè si inquadra all’interno di appuntamenti di spessore che creano indotto, dando modo alle attività commerciali di lavorare richiamando turismo in città”. Maximilian Law, nella veste di direttore del Festival, ha poi specificato i temi di rilievo, a cominciare dai grandi ospiti. “Consegneremo 3 premi alla carriera, tra cui due internazionali. Parlo di Nastassja Kinski, che non ha bisogno di presentazioni, Bille August, regista pluripremiato con film eccellenti, quali la Casa degli spiriti, Les Miserables, Il senso di Smilla per la neve, oltre ad Alessandro Haber che conosciamo tutti. Una delle novità di quest’anno – ha precisato il direttore – sta nella formula più ridotta, sulla base del weekend, con la proiezione dei 13 film premiati dalla giuria, sui 38 che avevano scelto di candidarsi. A questi si aggiunge la premier italiana del film “The poison rose”, un film uscito negli USA, con John Travolta e Morgan Freeman. Noi presenteremo l’anteprima nazionale nella versione director’s cut, con 20 minuti di scene totalmente inedite, con la partecipazione del regista e del cast italiano del film. Ricordo anche la partnership con RDS con cui abbiamo avviato un progetto interessantissimo teso all’organizzazione di un grande concerto in programma a Ferrara per il prossimo anno in occasione del giorno della Terra 2021. Se ne parlerà più approfonditamente insieme al direttore di RDS che sarà nostro ospite nel corso del Festival. Intanto possiamo anticipare che, grazie a delle partnership con UNICEF e Italo Treno siamo arrivati all’ideazione di due premi speciali per nuove categorie di film incentrati su argomenti di rilievo (“Young UNICEF”, sul tema umanitario, e “FFF Earth”, sul tema dell’Ambiente). Il Ferrara Film Festival non è solo cinema ma anche beneficienza, così come precisato dal vicedirettore Giorgio Ferroni: “Non lavoriamo solo per questo weekend lungo di cinema: il nostro è un impegno che si sviluppa durante tutto l’anno per creare appuntamenti anche in ottica di beneficienza e solidarietà. Il 17 abbiamo in programma una cena il cui ricavato verrà devoluto all’associazione A-Rose impegnata nella ricerca sul cancro”. Infine l’arte, con Palazzo della Racchetta (via Vaspergolo 6 a Ferrara) storica e confermata sede del FFF, diretta da Enrico Ravegnani, che ospiterà sia la mostra artistica di Alberto Andreis che la proiezione del docufilm “Art Backstage – la passione e lo sguardo” di Manuela Teatini in programma il 16 settembre alle 21.

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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