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da: organizzatori

Al centro dell’incontro, dialogo con le Istituzioni, formazione e certificazione delle competenze, welfare

Ferrara, 11 novembre 2015 – Una recente analisi dell’Aldai, Associazione lombarda dirigenti aziende industriali, aderente a Federmanager, conferma la crescita delle assunzioni di manager in Italia. Andamento che indica come le aziende italiane stiano cominciando a vedere i primi segnali di ripresa sul fronte della domanda. Nel primo semestre del 2015 i dirigenti in servizio nei vari settori sono aumentati di 5mila unità, toccando quota 405.401, con un progresso dell’1,2% rispetto a un anno fa.
La lunga crisi ha spinto infatti molte aziende a ridurre il personale soprattutto nelle posizioni apicali; a ciò si aggiunge la decisione di alcune multinazionali di ridurre la presenza in Italia.
La ripresa delle assunzioni di profili dirigenziali è quindi un segnale positivo, ma va detto che non è omogenea: l’area che comprende Lombardia, Piemonte e Veneto ha fatto registrare un progresso del 4,5% a dodici mesi, mentre le altre macro-aree hanno continuato a perdere terreno.
Federmanager Ferrara, associazione dei dirigenti aziendali di Ferrara e Provincia, a fronte della crisi del territorio che ha colpito anche la categoria dei manager, ha da tempo iniziato un percorso rivolto a queste figure con lo scopo di fornire strumenti formativi per potersi ricollocare nel mondo del lavoro e allo stesso tempo dare la possibilità alle aziende del territorio di usufruire di queste figure per affrontare al meglio le nuove sfide del mercato, quali l’innovazione e l’internazionalizzazione.
Il percorso ha visto, di pari passo, l’apertura del dialogo con le Istituzioni locali, quali Comune, Sipro e Unindustria. Obiettivo, porre la problematica al centro di un tavolo di confronto e promuovere congiuntamente azioni comuni.
Questo il tema della Tavola rotonda promossa da Federmanager “Managerialità e imprenditorialità sul territorio ferrarese”, che si svolge sabato 14 novembre dalle 9 alle 13 presso l’Hotel Ferrara in largo Castello 36.
Moderati da Luca Scanavini, Presidente Ordine dei Chimici di Ferrara, intervengono Caterina Ferri, Assessore all’Ambiente, Lavoro, Attività produttive e Sviluppo territoriale del Comune di Ferrara, Stefano Lucci, Direttore Generale Holding Ferrara Servizi, Luca Zaghi, Responsabile Risorse Umane ZF TRW Automotive Italia – Ostellato, Giacomo Pirazzoli, Unindustria Ferrara e Giorgio Merlante, Presidente Federmanager Ferrara.
All’incontro, inoltre, partecipa Marco Rossetti, Direttore di Assidai, il Fondo di Assistenza Sanitaria Integrativa di emanazione Federmanager, che propone piani sanitari rivolti a dirigenti, quadri e professionisti, che illustrerà la propria proposta di welfare aziendale con un intervento su “Il mondo dei Fondi sanitari. Dove siamo e dove vogliamo andare”.
Infine, si parlerà di certificazione delle competenze. Federmanager ha lanciato, ed è operativo, il programma di certificazione delle competenze manageriali – quali Manager di Rete, Export Manager, Temporary Manager e Manager per l’Internazionalizzazione – che unitamente all’ente RINA, e dopo un percorso specifico di valutazione, rilascia la certificazione del manager. Questa prassi sta avendo molta attenzione soprattutto per l’attribuzione di finanziamenti istituzionali alle imprese da destinare all’utilizzo di Temporary Manager. Un esempio recente è quello del voucher proposto dal Ministero dello Sviluppo Economico per l’introduzione del Temporary Export Manager nelle aziende con lo scopo di sviluppare programmi di internazionalizzazione.
L’ingresso è libero e la partecipazione aperta a tutti gli interessati.
Federmanager Ferrara, fondata nel 1946 e con all’attivo circa 300 iscritti, tutela e promuove l’immagine e il ruolo della categoria dirigenti di Ferrara e Provincia e fa capo a Federmanager nazionale. Si propone quale punto di riferimento per manager in attività, temporaneamente inoccupati, in pensione o dirigenti che svolgono attività professionale. Info: http://www.ferrara.federmanager.it .

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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