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Da: Organizzatori

L’associazione Eutanasia Legale, sostenuta da +Europa, ha organizzato una mobilitazione per i giorni 23 e 24 marzo in oltre 100 città ma a Ferrara questo sarà impedito.

Vivo e amo questa città. Da lustri, con alterni risultati, cerco di farla più bella, più ricca, più interessante e vivace. Per tempo a nome di +Europa ho chiesto un permesso di occupazione di suolo pubblico per coinvolgere i ferraresi, per raccogliere firme per la rapida discussione della legge sull’Eutanasia Legale mentre le Commissioni competenti sono impegnate su altro, ignorando di fatto l’ordinanza 207/2018 della Corte costituzionale che ha dato tempo al Parlamento fino al 24 settembre 2019 per legiferare. L’iniziativa cerca di far fronte al silenziamento della Corte e della richiesta di oltre 130mila cittadini, anche di Ferrara, che hanno firmato la proposta di legge di iniziativa popolare in questo senso.

In questo fine settimana in piazza si terrà un evento sportivo e ci viene negato il permesso di iniziativa politica. Presumendo che l’evento si tenga domenica mattina ho cercato di andare incontro al Comune rinunciando alla domenica mattina, chiedendo di mettere un tavolino solo sabato pomeriggio e domenica pomeriggio – evitando la domenica mattina – ma il dialogo con una burocrazia acefala è interdetto.

Ci hanno imposto di spostarci altrove ma non ho accettato lo spostamento. Sono sempre stato un fautore del compromesso, su tutto tranne che sui principi. Fin dai tempi di Pericle l’agorà è il punto della città più frequentato, qui si pregava, si discuteva animatamente dei vari problemi che affliggevano Atene, si trattavano affari, ci si rilassava. Questo, l’uso dell’agorà per discutere, per me è un principio. Nessuno può ragionevolmente sostenere che un tavolino di due metri per uno non può trovare spazio nella nostra agorà così bella e così grande, quale che sia la invasiva manifestazione sportiva o di altra natura che vi si tenga in contemporanea.

Divieti come quello di cui parlo da parte del Comune e del suo responsabile, il sindaco Tagliani, limitano gravemente la libertà di espressione politica; già altre volte ho denunciato l’astrusità assurda della regolamentazione delle attività politiche in piazza e ora lo faccio con ancora maggior energia. Criteri interpretativi autoritari, illogici, non democratici e anche volti a non essere in grado di individuare la responsabilità politiche di chi li attua (che poi non può essere che il sindaco nei fatti) rappresentano un vulnus gravissimo alla convivenza civile e democratica della nostra comunità, non solo per +Europa, ma per tutti. Ora basta.

Ad esempio posso affermare che non voteremo candidati a sindaco che non si impegnino in questo senso, per il libero uso dell’agorà per iniziative culturali, progettuali e politiche che vadano ad arricchire il tessuto sociale di Ferrara; quanto meno quando non producono intralcio o disturbo al altri. O forse è proprio la richiesta di eutanasia che si vuole impedire?

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

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