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da: responsabile eventi Ibs Ferrara

Venerdì 9 ottobre alle ore 18:00, presso la storica sala dell’Oratorio San Crispino, Libreria Ibs+Libraccio di Ferrara, Erica Brandalesi e Tania Denise Tredesini Barbieri presentano il libro “Cibo migrante” (La Carmelina edizioni). Dialoga con le autrici Elisa Pampolini.

Quest’opera è una ricerca qualitativa nata da un progetto socio-educativo per minori e giovani stranieri dell’Associazione Hermanos Latinos di Ferrara. Grazie alla collaborazione della Fondazione Carife e del Comune di Ferrara è stato possibile condurre questo studio presso la scuola elementare Mario Poledrelli.
Sappiamo che la formazione delle abitudini alimentari inizia già dall’infanzia e che può influire successivamente nell’età adulta. Per i bambini migranti, e di seconda generazione, questo periodo porta ad una maggiore difficoltà in quanto vivono tra culture alimentari diverse.
L’obiettivo di questo studio è stato quello di conoscere come i bambini appartenenti alle famiglie straniere, adattano le abitudini alimentari della propria cultura a quelle italiane.
Per svolgere questa ricerca ci si è ispirati alla metodologia etnografica che ha permesso di trattare i risultati delle interviste, su due livelli di lettura diversi, ossia in considerazioni specifiche effettuate ai soggetti suddivisi per nazionalità e in considerazioni generali, dove sono stati menzionati con i fattori che con più frequenza sono emersi tra i migranti intervistati. Di questi aspetti possiamo citare: i fattori ambientali; fattori familiari; fattori personali; se sono nati in Italia o da quanto tempo sono arrivati nel nostro Paese; il mantenimento o cambiamento avvenuto nelle famiglie in fase post-migratoria; il livello culturale dei genitori; i prodotti non graditi all’arrivo dei genitori in Italia; la variabile economica e infine la variabile religiosa.
Il testo può fornire, quindi, informazioni utili a coloro che lavorano in ambito scolastico, che credono nell’importanza del cibo come forma di socializzazione e di educazione alimentare, o chi vuol condividere o avvicinarsi ad un approccio interculturale verso il migrante.
Erika Brandalesi è dottoressa in psicologia clinica-dinamica. Da tempo si occupa di disagio psichico dei migranti attraverso la partecipazione a diverse ricerche condotte in alcune strutture sanitarie di Monselice, Bologna e Ferrara. Ha svolto diversi tirocini e attività di volontariato con pazienti psichiatrici sia stranieri che italiani e coordinato il progetto relativo all’educazione alimentare da cui è nata quest’opera.
Negli ultimi anni si interessa e segue un’alimentazione vegana e, per diffondere questo stile, ha aderito a diverse iniziative culinarie
Tania Denise Tredesini Barbieri è dietista, laureata in Brasile alla “Universidade Federal do Parana”. Sua laurea è stata riconsociuta in Italia conforme il Decreto del Ministero della Salute di 14 aprile 2010. Ha lavorato come libera professionista a Curitiba-Pr, e come responsabile tecnica delle mense scolastiche di Pinhais-PR. Da 8 anni vive a Ferrara e ha svolto attività di volontariato nell’ Associazione Hermanos Latinos, dove ha presentato il progetto di ricerca che ha dato origine a questa opera.

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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