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Da; Ufficio Stampa –  Agenzia PrimaPagina

I sommelier Isacco Giuliani e Giorgio Salmi domenica 11 ottobre prendono parte alla quarta edizione del Master Romagna Albana. A confronto 14 concorrenti da quattro regioni. In palio 2mila euro e il titolo di ambasciatore del primo vitigno a bacca bianca Docg d’Italia.

Bertinoro (7 ottobre 2020) – Sono sommelier, abitano a Ferrara e domenica prossima (11 ottobre) saranno a Bertinoro in Romagna per conquistare la quarta edizione del Master Romagna Albana. Ovvero del vitigno principe della Romagna, prima Docg di un vino bianco in Italia (1987). I nomi: Isacco Giuliani vincitore della Master del Lambrusco 2019, e Giorgio Salmi. In palio ci sono 2mila euro e il ruolo di ambasciatrice per un intero anno del vino simbolo della “solatia dolce paese” (parole di Giovanni Pascoli).
Il loro non sarà un compito semplice, se la dovranno vedere con altri 12 concorrenti da quattro regioni, con la sorpresa della Toscana che sopravanza Romagna ed Emilia (li abbiamo suddivisi secondo la ripartizione Ais). Sono 5 i sommelier che arrivano dalla patria del Chianti: Costanza Benedetta da Arezzo, Natalia Mochi da Montecatini, Davide Ritrovati da Empoli, Giuseppe Summa da Firenze, Clizia Zuin da Prato. Segue la Romagna con Luca Bubbolini (Cesenatico), Andrea Delorenzi (Ravenna), Riccardo Ravaioli (Faenza), Marco Saiani (Conselice). Tre dall’Emilia: Isacco Giuliani (Ferrara), Giorgio Salmi (Ferrara) e Fabio Vezzani (Reggio Emilia). Presenze anche da Veneto con Alberto Novarini (Verona) e Trentino con Andrè Senor (Laion in provincia di Bolzano).

Il Master Romagna Albana
Promosso da Ais Romagna, a sfidarsi sono 14 sommelier degustatori (la scorsa edizione erano 10) impegnati fin dal mattino con le prime prove di selezione, svolte a porte chiuse. Da esse scaturiscono i 4 campioni che gareggiano davanti al pubblico, cimentandosi nella degustazione alla cieca, mettendo in scena una vera e propria presentazione di fronte a ipotetici clienti, abbinandone i desideri gastronomici a vini prestigiosi, decantando vecchie bottiglie e rispondendo a insidiose domande. L’evento pubblico sarà alle ore 16 nella storica cornice della Chiesa di San Silvestro.
A decretare il vincitore, valutando le capacità di degustazione, comunicazione e racconto, competenza, studio e conoscenza dei vini, capacità manageriale e gestionale dei concorrenti, sarà una giuria di esperti, composta da rappresentanti della somellerie nazionale e romagnola e del Consorzio Vini di Romagna. Ne fa parte, di diritto, anche il vincitore dell’edizione precedente del Master. Al vincitore vanno 2mila euro messi in palio dal Consorzio Vini di Romagna.
Una ulteriore Giuria formata da produttori determinerà un Premio Speciale al Miglior Sommelier comunicatore del Romagna Docg Albana scelto fra i quattro finalisti.
Il Master è organizzato da Ais Romagna, in collaborazione con il Comune di Bertinoro e il Consorzio Vini di Romagna.

L’Albana, primadonna di Romagna
È il primo vino bianco in Italia ad aver ottenuto la Docg, fin dal 1987. A connotarlo e a renderlo inimitabile è la sua identità territoriale: i vitigni dell’Albana crescono in un’area di circa 900 ettari che si estende fra le colline del Cesenate e quelle a sud di Bologna. Un centinaio le cantine produttrici, che ogni anno, attualmente, licenziano circa 700.000 bottiglie (ma potenzialmente si potrebbe arrivare a due milioni).
In questo contesto, un posto di riguardo lo occupa la produzione delle colline di Bertinoro, per le quali gioca un ruolo decisivo la presenza dello Spungone, la roccia scaturita da una barriera corallina preistorica. Lo Spungone costringe le radici delle viti a penetrare in profondità aggrappandosi alle rocce del sottosuolo, regalando così ai vini caratteristiche di grande pregio.

I vincitori del Master Romagna Albana

Edizione 2017: Marco Casadei (Romagna);
edizione 2018: Carlo Pagano (Molise);
edizione 2019: Gilles Coffi Degboe (Romagna).

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno. L’artista polesano Piermaria Romani si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE
di Piermaria Romani


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